In questo caso l’amministratore di condominio ti deve pagare i danni ma si guarda ben dal dirtelo: fai attenzione

La richiesta di risarcimento danni all'amministratore di condomino è legittima in alcune circostanze. Scopriamo quali. 

Potresti aver diritto a molti soldi e non saperlo per un’inadeguata conoscenza del regolamento condominiale e del Codice Civile. Bisogna colmare le lacune e far valere i propri diritti. Vediamo in quale caso è possibile fare domanda di risarcimento danni all’amministratore.

Chi vive in un condominio sa bene che ci sono le spese ordinarie e straordinarie da pagare. A stabilire gli importi dovuti l’amministratore di condominio che terrà conto di diverse variabili, prima tra tutte la quota millesimale. Oltre alle uscite extra dovute ad una manutenzione non prevista, ogni mese c’è una sorta di canone da pagare che viene cambiato di anno in anno in base alle previsioni delle spese da sostenere.

La cifra è molto variabile, si va da poche decine di euro fino ad arrivare a centinaia di euro al mese per un condominio lussuoso con portiere, piscina, palestra e altri onerosi servizi. Ogni condomino deve pagare puntualmente e se così non fosse l’amministratore condominiale dovrebbe recuperare i debiti non saldati. La Giurisprudenza interviene per sottolineare i diritti dei condomini qualora il professionista non svolgesse adeguatamente i suoi compiti.

L’amministratore non recupera i crediti, quando si possono richiedere i danni

Una recente sentenza sottolinea le responsabilità dell’amministratore condominiale quando i condomini non pagano con conseguente obbligo di risarcimento danni se il condominio riesce a provare l’entità del danno subito. La sentenza è la numero 1975 e riguardava il caso di un condominio che ha citato in giudizio l’ex amministratrice revocata dall’incarico dall’assemblea chiedendo il risarcimento danni per gravi inadempienze gestionali.

Persone discutono e martelletto
L’amministratore non recupera i crediti, quando si possono richiedere i danni (Designmag.it)

Nello specifico l’ex amministratrice non ha recuperato le morosità, non ha rendicontato le somme riscosse e usato le somme vincolate per scopi diversi non autorizzati dall’assemblea condominiale.

Non solo, la professionista è stata accusata di percezione indebita di compensi successivamente alla revoca del mandato. Il Giudice ha appurato l’inerzia dell’amministratrice dalla prova documentale dell’omissione del recupero credito ed emesso una condanna di risarcimento danni accogliendo la richiesta dei condomini.

Nel caso in questione, però, non si avevano gli elementi per quantificare esattamente il danno subito. Di conseguenza la condanna è stata generica. I diritti dei condomini sono stati riconosciuti ma la sentenza di liquidazione della somma precisa da corrispondere è stata rinviata a separato giudizio. Importante, però, il riconoscimento di altre rimostranze del condominio come quella dell’ingiustificata percezione dei compensi dopo la revoca del mandato che richiama l’attenzione sulle responsabilità degli amministratori e su come un’eventuale inerzia o mancata diligenza possano portare conseguenze ben gravi per il professionista.

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