Fra i vari dispositivi che si potrebbero avere in casa c’è il salvavita, che permette di salvaguardare la sicurezza del proprio impianto elettrico, proteggendo da scosse, cortocircuiti e dispersioni, interrompendo la corrente in caso di pericolo. Data l’importanza e l’utilità di questo apparecchio, in molti potrebbero chiedersi se sia obbligatorio averlo nel proprio appartamento.
Ebbene, oltre a conoscere i vari tipi, quello giusto per la propria casa e come funziona, è bene sapere cosa si incorre nel caso in cui non sia installato a casa propria.
Il salvavita è obbligatorio in casa? La verità
La sicurezza in casa non è mai troppa perché, purtroppo, non è raro che si verifichino degli incidenti domestici. In tal senso il salvavita si dimostra un dispositivo davvero utile per garantire la sicurezza del proprio impianto elettrico, proteggendo da cortocircuiti e folgorazioni, che potrebbero essere molto pericolose per le persone che abitano in quell’appartamento.

Infatti, non appena rileva una dispersione verso terra, una perdita di isolamento o un contatto pericoloso, il salvavita interrompe il flusso di corrente elettrica. Dunque si dimostra davvero utile per salvare la vita, come dice il nome stesso, e allora in molti potrebbero chiedersi se si debba tenere obbligatoriamente a casa.
Ebbene, nel nostro Paesel’installazione del salvavita è obbligatoria per legge in tutti gli impianti elettrici, secondo quanto previsto dalla Legge 46/90 e dal Decreto Ministeriale 37/08. In particolare il salvavita è sempre richiesto nelle nuove costruzioni, dove si deve prevedere almeno un salvavita installato nel quadro elettrico.
Inoltre è obbligatorio installarlo in caso di ristrutturazioni edilizie oppure in caso di impianti con rischio di dispersione elettrica. Non basta solo installarlo ma è necessario verificare periodicamente che sia attivo e reattivo tramite test. Infatti su ogni dispositivo c’è un pulsante con la lettera T: premendolo, il dispositivo dovrebbe scattare, interrompendo il flusso di corrente. Se non succede nulla, il salvavita potrebbe essere difettoso (potrebbe essere bruciato, installato male o ci potrebbero essere problemi nella messa a terra).
Se invece scatta ripetutamente, potrebbe esserci troppa umidità in casa, sbalzi di tensione, elettrodomestici con guasti, lampadine a incandescenza o LED non compatibili o, ancora, quadri elettrici obsoleti o con componenti non adeguati. Dunque, bisogna sempre verificare questi guasti per far sì che il funzionamento del salvavita sia sempre garantito ed efficace.
Il salvavita è dunque obbligatorio per legge e, nello sceglierlo, bisogna optare per quelli conformi alla normativa CEI 64-8 e da produttori certificati. In ambiente domestico, la soglia consigliata è di 30 mA e di 10 mA per cucine e bagni. Se si ha una casa con più piani, meglio installare più salvavita. In definitiva questo dispositivo è davvero in grado di fare la differenza in caso di cortocircuiti o dispersioni di corrente, quindi è consigliabile (oltre che obbligatorio) averlo in casa.