Il Comune vuole abbattere un albero della mia proprietà, può farlo? Cosa dice la legge e come puoi difenderti

Il comune può abbattere, senza il mio consenso, un albero nella mia proprietà? Cosa dice la legge.

L‘importanza degli alberi per l’ecosistema ed in generale per la nostra vita, è chiaramente innegabile. E’ un tema anche molto importante, legato alle conseguenze dei cambiamenti climatici.

Può accadere però, che un albero possa rappresentare un pericolo per l’esterno, per cause diverse – quali malattie e invecchiamento ad esempio, che ne mettono in bilico la stabilità. Ma il comune può decidere al nostro posto se abbattere l’albero nella nostra proprietà senza il nostro consenso?

Intervento del Comune su alberi in proprietà privata: cosa dice la legge

Avere un albero nel proprio giardino è sicuramente una grande fortuna, ma cosa accade se per qualche motivo può mettere in pericolo la sicurezza esterna? ecco che può entrare in conflitto con il diritto di proprietà.

operaio che abbatte un albero
Intervento del Comune su alberi in proprietà privata: cosa dice la legge? designmag.it

La proprietà privata è un diritto fondamentale, tutelato dalla Costituzione e dal Codice Civile e, di norma, solo il proprietario può decidere cosa fare dei suoi beni, inclusi gli alberi. Come spiegato però da laleggepertutti, questo in realtà non è un diritto assoluto, ed il limite è rappresentato dall’esigenza di tutelare la sicurezza e l’incolumità pubblica.

Se un albero privato infatti, diventa una possibile fonte di pericolo concreto e imminente per la collettività o per cose al di fuori della proprietà, l’autorità pubblica (il Comune, tramite il Sindaco o il dirigente) ha il potere-dovere eccezionale di intervenire, prevalendo l’interesse pubblico sulla conservazione del bene pericoloso. Ma quando può intervenire il Comune?

L’intervento di abbattimento o  potatura coattiva, è legittimo solo in presenza di un pericolo grave, concreto e imminente per la pubblica incolumità.

Non basta quindi un rischio generico, potenziale o futuro: l’albero deve rappresentare una minaccia attuale e specifica ed accertata, l’età o le dimensioni non sono sufficienti, ma serve una valutazione tecnica oggettiva del rischio attuale. Sono considerati pericolosi ad esempio alberi inclinati verso strade, rami pericolanti su aree pubbliche, o radici che danneggiano marciapiedi.

Se il pericolo riguarda solo persone o cose all’interno della stessa proprietà, il Comune di solito non può intervenire d’ufficio. Il Comune non può agire arbitrariamente, ma deve seguire una procedura amministrativa precisa (Legge n. 241/1990) a garanzia del proprietario:

  • Avviare un procedimento e svolgere un’istruttoria seria, che include un sopralluogo tecnico (es. agronomo) e la redazione di una relazione tecnica dettagliata che motivi in modo specifico l’esistenza del pericolo imminente.
  • Obbligo di partecipazione del proprietario: il Comune ha l’obbligo di comunicare formalmente l’avvio del procedimento al proprietario, e quest’ultimo ha il diritto di partecipare, prendere visione degli atti, presentare memorie scritte e, se lo ritiene, una propria perizia tecnica di parte per contrastare le conclusioni comunali.
  • Provvedimento finale da parte dell’autorità competente, ovvero l’ordinanza di abbattimento, può essere adottato solo dopo aver valutato le osservazioni del proprietario, e deve essere adeguatamente motivato.

Esistono casi specifici, come quelli degli “alberi monumentali” (L. 10/2013) o quelli in aree con vincolo paesaggistico, per i quali la procedura di abbattimento: si richiede, oltre all’iter comunale, l’ottenimento di un parere obbligatorio e vincolante (es. della Regione o della Soprintendenza), a maggiore tutela del patrimonio arboreo.

Il proprietario che ritenga l’ordinanza ingiusta o illegittima può presentare ricorso al TAR entro 60 giorni dalla notifica, assistito da un avvocato amministrativista.

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