Il Comune ha piazzato le telecamere proprio davanti casa mia: parla l’avvocato, in questo caso posso farle togliere subito

Telecamere piazzate dal Comune davanti casa, quando si può chiedere che vengano tolte per violazione della privacy?

La questione telecamere in città crea un dibattito acceso tra chi è completamente a favore e chi ha delle riserve. Per questioni di sicurezza è giusto violare la privacy dei cittadini? La Legge definisce i paletti entro cui il Comune può muoversi nella gestione della videosorveglianza.

Quanto apprezzate la videosorveglianza in città? La violenza sta dilagando nella nostra penisola, quasi quotidianamente i telegiornali parlano di episodi che coinvolgono persone di ogni età e legati a motivi anche piuttosto futili. C’è insofferenza, poca capacità di gestire la rabbia e tanta voglia di litigare per scaricare le frustrazioni sugli altri. Le telecamere quando accadono episodi di violenza sono utili per risalire ai colpevoli e dovrebbero agire da deterrente.

Se ne vedono installate in tante città, soprattutto nelle zone centrali ma a volte sono molto vicine alle abitazioni private. I cittadini potrebbero sollevare dubbi sulla propria privacy ma le eventuali contestazioni verrebbero ascoltate? Secondo la normativa il Comune ha la facoltà di installare telecamere nei punti considerati strategici ma rispettando determinate regole e limiti.

Le regole per l’installazione delle telecamere comunali

Secondo l’articolo 38 del Decreto Semplificazioni 76/2020 l’installazione delle telecamere da parte dei Comuni rientra nell’attività libera. Di conseguenza non è necessaria un’autorizzazione preventiva generale dal parte del Garante della Privacy. Ciò non toglie che ci siano regole da seguire per tutelare la privacy dei cittadini. La prima condizione è che le finalità devono essere determinate, esplicite e legittime e rientrare nella competenze istituzionali dell’ente locale.

Palo con telecamere
Le regole per l’installazione delle telecamere comunali (Designmag.it)

Le finalità più utilizzate sono quelle di protezione civile, tutela della sicurezza pubblica e urbana per prevenire reati, salvaguardia del patrimonio pubblico se si sorvegliano edifici comunali, controllo e regolazione della viabilità per monitorare il traffico stradale e rilevare specifiche infrazioni. Infine lo scopo può essere la tutela dell’ambiente e del decoro urbano quando, ad esempio, si vogliono individuare i cittadini che abbandonano i rifiuti in strada.

Limiti sono previsti con riferimento al posizionamento delle telecamere e alla modalità di ripresa che devono rispettare i principi di garanzia della privacy ossia il principio di necessità con riferimento alle citate finalità, il principio di proporzionalità (area inquadrata deve essere limitata a quanto è indispensabile) e il principio di minimizzazione con raccolta solo dei dati strettamente necessari per le finalità comunicate. In più i dati raccolti possono essere conservati per un massimo di 7 giorni.

In generale, poi, non si può riprendere l’interno delle abitazioni private e per quanto riguarda le aree affacciate sulla pubblica via si deve fare in modo che vengano limitate al massimo le riprese di queste zone (balconi, finestre, porta d’ingresso). Se proprio la ripresa non si può cambiare allora tali aree andrebbero oscurate. Infine il Comune ha l’obbligo di informare i cittadini che l’area è videosorvegliata con appositi cartelli.

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