I vecchi cassetti, quelli presi da mobili che non hanno più un posto, spesso finiscono in cantina o peggio. Eppure, sono pieni di tracce. Di mani che li hanno aperti mille volte, di piccoli graffi, di polvere che non viene via. A guardarli bene, sembrano già delle cornici, contenitori con una storia, pronti a farne nascere un’altra.
Forse è per questo che molti iniziano a usarli in modo del tutto diverso. Non più mobili, ma strutture aperte, accoglienti. C’è un fascino strano nel vedere qualcosa pensato per contenere calze o tovaglie trasformarsi in un piccolo spazio verde. Un giardino che si arrampica, si adatta, cresce senza chiedere troppo.
Quando i vecchi cassetti chiedono una seconda possibilità: il progetto perfetto
Si parte sempre dallo stesso gesto: aprire un cassetto. Ma stavolta non per cercare qualcosa dentro, bensì per immaginare cosa potrebbe contenere di nuovo. L’idea di farne un giardino nasce proprio lì, nel vuoto che resta quando il mobile non serve più. Ed è un vuoto fertile, in tutti i sensi. È come se quegli oggetti, una volta svuotati della loro funzione, iniziassero a chiedere un ruolo diverso. In molte case, soprattutto quelle dove si mescolano oggetti nuovi e ricordi, capita sempre più spesso di vedere un cassetto spuntare tra le piante.

A questo punto entra in gioco l’aspetto pratico. Che non significa complicarsi la vita, anzi. Con materiali semplici e qualche attenzione, basta poco per trasformarli in strutture verdi resistenti e curate. La cosa più importante è trattare bene il legno: una mano di vernice o impregnante, una levigatura leggera, e già cambia tutto. Poi si pensa al modo in cui i cassetti verranno montati. Non servono simmetrie, meglio creare un ritmo visivo con altezze diverse.
Il bello arriva quando si scelgono le piante. Alcune sono lì solo per farsi guardare: verbene, nasturzi, edera che scende come un filo. Altre invece si usano ogni giorno, e diventano parte della cucina: basilico, rosmarino, menta. Ci sono poi quelle che chiedono poco e danno tanto, come le grasse, sempre un po’ ironiche nel loro modo di stare al sole. La combinazione cambia in base allo spazio, alla luce, al tempo che si ha. E anche all’umore.

Una volta sistemati, questi giardini verticali iniziano a farsi notare per l’energia che portano. Su un balcone, diventano una parete viva. In una veranda, dividono gli spazi senza chiuderli. All’ingresso di casa, accolgono con una presenza discreta e naturale. Anche in interni funzionano bene, con aromatiche da tenere in cucina o piante che amano l’umidità da mettere in bagno. Il limite, se c’è, è solo nella fantasia.
Col tempo, questi piccoli giardini cambiano, si arricchiscono, portano vita. Ma soprattutto riescono a dare senso a oggetti che sembravano finiti. Alla fine, quello che resta non è solo un bel risultato, ma un gesto semplice che cambia il modo di abitare le cose. Trasformare vecchi cassetti in piccoli giardini non richiede molto, solo voglia di fare e uno sguardo diverso. E forse è proprio questo il senso: dare nuova forma a quello che sembrava finito, senza sprechi e senza fretta.