Non serve avere una casa enorme o un budget da rivista per creare un angolo d’arredo che funziona. L’ho capito quando mi sono ritrovata davanti a uno scaffale IKEA che, per un attimo, sembrava un pezzo di design nordico da migliaia di euro. Avevo bisogno di qualcosa di semplice ma ordinato, che mi aiutasse a sistemare libri, piante e oggetti senza riempire troppo lo spazio. Invece di cercare soluzioni complicate, ho scelto questo scaffale in bambù — e da lì il salotto ha cambiato faccia.
Montarlo è stato facile, ma la differenza l’ho vista solo una volta finito. Le linee sottili, il colore caldo del legno e la leggerezza visiva hanno reso la parete più luminosa, quasi “respirante”. Non è solo un mobile, è una struttura che dà ritmo e calma alla stanza. Da allora ho iniziato a guardare l’arredo in modo diverso: meno oggetti, ma più intenzione.
Perché lo scaffale SVALNÄS sembra molto più costoso di quanto sia
Il fascino dello scaffale SVALNÄS sta tutto nella sua discrezione. È uno di quei mobili che non cercano di rubare la scena ma finiscono per definire tutto l’ambiente. La struttura sospesa in bambù chiaro, con i montanti sottili e le mensole perfettamente proporzionate, ha quella precisione visiva tipica dei design scandinavi. La differenza è che qui non serve un budget da showroom: bastano poche ore di montaggio e un po’ di attenzione ai dettagli.
Il segreto, credo, è nella leggerezza. Non solo fisica, ma visiva. Lo sguardo attraversa lo scaffale, non si ferma mai, e questo dà un’impressione di spazio anche nelle stanze piccole. In un appartamento come il mio, dove ogni metro conta, fa davvero la differenza. L’ho montato su una parete tortora chiaro, con accanto una pianta alta e qualche oggetto di ceramica bianca. Il bambù risalta senza invadere, e le mensole sembrano galleggiare nella luce.

Quello che mi ha stupita è stata la qualità del materiale. Il bambù ha una texture morbida e un colore caldo, molto diverso dal solito legno chiaro industriale. Con il tempo si scurisce leggermente e acquista una patina naturale che lo rende ancora più bello. È la stessa sensazione che danno i mobili artigianali, quelli che cambiano con te.
Dal punto di vista pratico, è un sistema modulare che si può ampliare nel tempo. Io ho iniziato con due mensole e un piccolo piano d’appoggio, poi ho aggiunto altri moduli per creare una sorta di libreria aperta. L’effetto è ordinato, ma mai rigido. Ogni oggetto trova il suo spazio: libri, fotografie, candele, vasi con fiori secchi. È una composizione che cambia con le stagioni e con l’umore. In inverno riempio le mensole di libri e plaid arrotolati, d’estate lascio spazio vuoto e metto qualche pianta.

Una delle cose che amo di più è come riesca a connettere il mondo del design con la vita quotidiana. Non è un arredo “da copertina” nel senso rigido del termine, ma ha quell’equilibrio tra funzionalità e bellezza che rende le case più vive. Lo trovo perfetto anche per chi ama uno stile misto: accanto a un divano moderno o a un mobile vintage, non stona mai. Anzi, si adatta e amplifica tutto quello che gli sta vicino.
Rispetto a molte librerie più costose, SVALNÄS ha anche un vantaggio tecnico. Le mensole sono regolabili, la struttura si ancora con facilità e non serve forare troppo le pareti. È un tipo di design “democratico”, pensato per chi vuole costruire con calma la propria casa ideale, senza dover scegliere tra estetica e budget. Forse è questo che mi ha convinta: non serve avere tanto spazio o tanti soldi, basta avere un’idea chiara di come vuoi sentirti quando entri nella tua stanza.

Ora, ogni volta che accendo la lampada accanto allo scaffale, la luce scivola lungo il bambù e si riflette sui libri. È un dettaglio piccolo, ma dà subito l’idea di una casa curata. E quando qualcuno viene a trovarmi, finisce sempre per chiedere dove l’ho comprato. Mi piace rispondere che è IKEA, ma con un sorriso un po’ complice. Perché in fondo non si tratta solo di un mobile: è la prova che anche le cose semplici, se scelte con cura, possono sembrare preziose.