Il livello di difficoltà per le famiglie italiane si sta alzando sempre più. Vivere in Italia diventa spesso più una spesa che un piacere e l’idea di fuggire da tutto questo purtroppo è molto comune. Pensateci, se ne aveste l’occasione non andreste in una nazione più accogliente anche dal punto di vista economico?
Si vive per lavorare e si lavora per pagare le spese indispensabili. Poche famiglie riescono a ritagliare delle somme per lo svago o se lo fanno devono comunque rinunciare a qualcosa oppure si sentono in colpa per la spesa superflua. Mutuo, bollette, spesa alimentare, beni di prima necessità, carburante, ogni mese parte uno stipendio medio. Quando capita una grossa spesa improvvisa, poi, c’è da mettersi ad urlare per l’imprevisto.
La leggerezza con riferimento alla vita pochi la conoscono, la maggior parte delle famiglie vive con l’ansia di un conto in rosso o di diventare debitori. Quando arrivano le bollette, poi, è un vero calvario. Il 2025 è iniziato malissimo tanto da spingere il Governo ha introdurre un nuovo Bonus per le famiglie con ISEE sotto i 25 mila euro. Ma siete certi che in bolletta non ci siano costi nascosti contestabili?
Cosa verificare in bolletta per chiedere il rimborso
La voce che farà aumentare i costi nascosti è la proroga delle concessioni ai distributori di elettricità. Potrebbe accadere nei prossimi anni visto che l’Esecutivo ha rinnovato le concessioni per 10 anni ai distributori e imposto loro un costo accessorio da corrispondere allo Stato per poter continuare a gestire la rete senza concorrenza. Secondo ARERA questa differenza di prezzo diventerà un costo in più per i consumatori.

Se guardate bene la bolletta noterete subito come l’importo finale sia lontano dal costo dell’energia effettivamente utilizzata. Ci sono tante voci che fanno aumentare la cifra, anche di parecchio. La stima è di un’incidenza di questi costi nascosti del 20% sul totale da pagare. In Italia si può chiedere il rimborso dei costi nascosti o addebiti non dovuti se non inseriti nel contratto ricevendo una nota di credito nella bolletta successiva oppure un bonifico.
Se i distributori aumenteranno i prezzi ai venditori questi li aumenteranno ai consumatori. A pagare la differenza alla fine saranno solo i cittadini. Una previsione in netto contrasto con la tutela degli interessi degli utenti – ha detto Besseghini, presidente dell’ARERA. Da qui la richiesta di non aumentare gli oneri delle concessioni perché tanto si ripercuoterebbe sui consumatori.