Una guida sull’accatastamento aiuterà i contribuenti a non commettere errori ed evitare di pagare sanzioni per aver sbagliato la procedura o soprasseduto sull’obbligo. Questa pratica burocratica è fondamentale per chi compra, ristruttura o costruisce un immobile.
L’accatastamento prevede di inserire un immobile nel catasto ossia nel registro ufficiale dello Stato che censisce gli immobili presenti in Italia. Una volta accatastato, l’abitazione o edificio sarà identificabile, classificato all’interno di una specifica categoria e associato ad una rendita catastale in base al valore attribuito all’immobile stesso. Senza accatastamento l’immobile per lo Stato non esisterebbe e sarebbe un grosso problema in caso di vendita o richiesta di un mutuo (oltre ad essere illegale naturalmente).
Ogni edificio di nuova costruzione deve essere accatastato una volta finito. Pure se si ristruttura l’immobile modificandone la struttura, la distribuzione interna o la superficie allora sarà necessario aggiornare la situazione catastale. Stesso discorso dividendo un appartamento in due o più unità oppure unendo due unità in un’unica abitazione. Infine l’accatastamento è necessario anche quando si cambia la destinazione d’uso dell’immobile.
Accatastamento, chi può farlo e quanto costa
La domanda di accatastamento deve essere avanzata da un tecnico abilitato (geometra, architetto, ingegnere) dopo che avrà raccolto le informazioni sull’immobile, averne misurato la superficie e verificato la destinazione d’uso. In base ai dati raccolti proporrà la rendita catastale e la categoria di appartenenza (A per abitazioni civili e residenze, C per uffici, negozi, laboratori, immobili commerciali, B, D, E e F per edifici pubblici, industriali, agricoli e di interesse particolare).

La proposta del tecnico non è vincolante ma modificabile dall’Agenzia delle Entrate se lo ritenesse opportuno. In ogni caso la domanda di accatastamento dovrà essere inoltrata entro 30 giorni dalla data di abitabilità dell’immobile o di interventi di ristrutturazione completati. Superando questo limite scatteranno le sanzioni amministrative.
La pratica sarà telematica per ridurre tempi e burocrazia ma in alcuni Comuni ci sono sportelli dedicati per supportare i cittadini nella richiesta e nella raccolta dei documenti (planimetria, dati catastali, autorizzazioni edilizie, relazioni tecniche). Arriviamo ad un punto molto importante, il costo dell’accatastamento.
Un importo preciso non c’è perché diversi fattori intervengono come il tipo di immobile, la tipologia di intervento eseguito, la zona geografica, il tecnico scelto. Indicativamente la cifra va dai 300 agli 800 euro ma per le nuove costruzioni può arrivare a 1.000 euro. Quindi presta molta attenzione e se hai qualsiasi dubbio chiedi aiuto a chi di dovere.