I lavori di ristrutturazione sono all’ordine del giorno per qualsiasi appartamento, accompagnati spesso da sogni e grandi aspettative. Prima di passare al livello organizzativo, gestendo a livello concreto le operazioni di ristrutturazione, va però studiato quello che dice la legge in merito ai cambiamenti della propria casa, soprattutto se si tratta di abbattere un tramezzo.
Quando è possibile, infatti, demolire un muro interno della casa? La risposta non è uguale per tutti i casi, ma dipende da diversi fattori variabili che si devono conoscere prima di agire.
Vanno approfondite una serie di normative edilizie, regole condominiali e principi di responsabilità civile per evitare sia sanzioni che danni strutturali: ignorare alcune normative e vari regolamenti può quindi portare non soltanto a delle multe, ma anche a danni per la nostra struttura e a quella dei nostri vicini.
Quando e come demolire un muro interno all’abitazione: procedimento e normative
Come riporta il sito Laleggepertutti, per spostare o demolire un tramezzo (operazione che rientra in quelle di manutenzione “leggere”) basta presentare al Comune una CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata), redatta da chi conduce i lavori insieme al proprietario dell’appartamento. Comunicando la CILA, è possibile fare diverse modifiche interne, rispettando ovviamente anche le norme igienico-sanitarie vigenti.

Qualora invece gli interventi effettuati sono collegati alla stabilità dell’edificio, è necessario presentare la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), o anche in situazioni più estreme il permesso di costruire. Quest’ultimo è necessario se gli interventi vanno ad aumentare la volumetria complessiva dell’immobile (come ad esempio, per gli interni, se si realizza un soppalco), oppure portano ad una modifica della destinazione d’uso dei locali.
Se l’appartamento oggetto dei lavori di ristrutturazione si trova all’interno del condominio, il proprietario deve comunicare il piano dei lavori all’amministratore di condominio, che lo riporterà poi all’assemblea. Chi realizza lavori di questo tipo nel proprio appartamento deve comunque essere al corrente che, un muro, può passare nel corso degli anni dall’essere un semplice tramezzo ad avere la funzione portante.
Questo perché, col tempo, i carichi degli edifici si ridistribuiscono e avvengono assestamenti naturali, che portano quindi anche pareti non pensate, originariamente, a sostenere pesi, a svolgere questa funzione in collaborazione con la struttura principale. Il fenomeno, come evidente, influenza notevolmente anche lo status giuridico della parete in questione.
A stabilire questo principio è stata anche la stessa Corte di Cassazione, con una sentenza dello scorso febbraio 2025: le valutazioni non vanno fatte sul progetto originario, ma a seguito di controlli che hanno analizzato la funzione attuale (al momento dell’intervento) del muro in questione.






