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Interior Design

Cucina passante: la soluzione geniale per chi non sopporta l’open space

Negli ultimi anni la tendenza open space ha conquistato riviste, showroom e cataloghi di arredamento. L’idea di vivere in un unico grande ambiente, senza barriere visive, ha sedotto molti perché regala subito la sensazione di luminosità e ampiezza. Ma non tutti si sentono a loro agio in uno spazio completamente aperto. Cucinare in salotto non è sempre piacevole, soprattutto quando i profumi di una cena restano intrappolati nel divano o quando i rumori della cappa coprono la conversazione. E poi c’è chi ha bisogno di separazione per concentrarsi, per lavorare o semplicemente per godersi un po’ di ordine visivo.

La cucina passante nasce come risposta a questa esigenza: un compromesso tra l’apertura totale e la stanza chiusa. Non è un corridoio qualsiasi, ma uno spazio progettato per collegare due ambienti, facendo passare la luce e mantenendo la continuità visiva, senza rinunciare alla privacy. È una soluzione che oggi sta vivendo un ritorno, perché perfetta per gli appartamenti compatti e per chi cerca praticità senza sacrificare estetica.

Open space addio, la cucina passante come alternativa intelligente

La cucina passante funziona perché unisce due mondi: lascia filtrare la luce come in un open space, ma mantiene un confine che protegge dal caos. In pratica diventa un corridoio arredato, uno spazio che sorprende perché non è solo di passaggio, ma uno scenario vero e proprio. Può sembrare una scelta insolita, ma una volta provata si rivela un modo intelligente per vivere la casa.

Il vantaggio più evidente è l’ordine. Quando il piano di lavoro è ingombro di pentole o ingredienti, non rimane esposto al salotto. Questo permette di cucinare con calma e, allo stesso tempo, di ricevere ospiti senza pensare continuamente a cosa si vede. Le due pareti parallele tipiche della cucina passante offrono poi una superficie attrezzabile maggiore rispetto a una cucina a vista tradizionale. Più contenitori, più appoggi e più margine per organizzare senza sacrifici.

Open space addio, la cucina passante come alternativa intelligente – designmag.it

Un altro punto forte è la privacy sonora e olfattiva. Chi ama cucinare sa quanto sia fastidioso avere vapori e odori che si spostano subito in soggiorno. Una cucina passante, specie se dotata di buone cappe e, se possibile, di una finestra, riduce questo problema. In più, in un periodo in cui molti lavorano da casa, poter isolare il rumore degli elettrodomestici è un dettaglio che fa la differenza.

Progettarla bene significa sfruttare la sua forma a corridoio. Porte scorrevoli in vetro, ad esempio, aiutano a dividere senza appesantire. L’uso di colori chiari, pavimenti continui e illuminazione a strati permette di ampliare visivamente lo spazio. Le strisce LED sotto i pensili o i faretti direzionabili rendono l’ambiente funzionale e accogliente, senza esagerare. Non bisogna dimenticare la ventilazione: una cucina di passaggio richiede cappe performanti o sistemi di areazione pensati con attenzione.

Più ordine, più spazio, meno stress – designmag.it

Gli esempi concreti parlano chiaro. In un appartamento urbano, la cucina passante può collegare ingresso e soggiorno trasformando un corridoio anonimo in una galleria di design con mobili bianchi e dettagli in legno. Nelle case in stile scandinavo, si preferiscono soluzioni lineari, con vetri opachi che filtrano la luce e danno un senso di continuità elegante. Anche una ristrutturazione anni ’70 può trarne beneficio: basta pensili minimal, top in quarzo e un’illuminazione radente per avere subito un effetto contemporaneo. Nei loft, infine, le cucine passanti diventano spazi “a scomparsa”, chiusi da porte a libro che si aprono solo quando servono.

Chi valuta questa opzione deve pensare prima di tutto alle misure: almeno 90 centimetri di passaggio libero sono indispensabili. I mobili su misura aiutano a sfruttare ogni centimetro, ma anche brand più accessibili offrono moduli adattabili che funzionano bene. L’aspetto pratico conta: superfici facili da pulire, materiali resistenti e un’attenzione ai dettagli decorativi come quadri o luci sospese trasformano il passaggio in una zona vissuta, non in un corridoio anonimo.

Rosa Liccardo

Sono laureata in Storia dell'arte ed ho la passione per i libri e la scrittura. Redattrice da qualche anno e amo scrivere di lifestyle, viaggi, arte e turismo. Sono appassionata di grafica e fotografia e nel tempo libero mi piace cucire, vedere film e serie tv. Ho una predilezione per i fantasy!

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