Ci sono muri che dividono e altri che uniscono, almeno sulla carta. Nella realtà, quando il muro in questione è condiviso con il vicino, la situazione può diventare tutt’altro che semplice. Una crepa nella parete spesso ne apre una ben più profonda nei rapporti di buon vicinato e non bastano cazzuola e cemento per rimettere a posto le cose.
La convivenza tra confinanti è regolata da norme che dovrebbero semplificare la vita ma che spesso finiscono per complicarla quando entra in gioco qualcosa di tanto concreto come un muro da sistemare. Se poi il tuo vicino decide di fare orecchie da mercante, o peggio si oppone del tutto alla ristrutturazione, ecco che la situazione si fa più spinosa di un roseto abbandonato.
E allora? Bisogna mollare tutto e lasciare che il muro cada a pezzi o si può fare qualcosa? La risposta è fatta di clausole e qualche passaggio obbligato.
Muri comuni, responsabilità divise: quando il confine diventa una questione legale
Un muro comune non è semplicemente una parete tra due giardini, è un bene condiviso, e quindi una responsabilità condivisa, entrambi ne siete comproprietari, a meno che un documento non dica il contrario. Questo vuol dire che per qualsiasi intervento, anche solo per sistemare qualche mattone pericolante o rifare l’intonaco, serve il consenso di entrambi. E qui iniziano i dolori. Perché se il tuo vicino non vuole saperne nulla e ignora le tue richieste, non puoi semplicemente chiamare il muratore e presentargli metà del conto.

La legge è piuttosto chiara: ogni comproprietario è responsabile delle spese, ma solo se ha dato il consenso ai lavori. Se invece agisci di tua iniziativa, senza avvisarlo, sappi che la parcella resterà interamente sulle tue spalle. A meno che non si tratti di un’urgenza reale, tipo un muro pericolante che potrebbe causare danni seri. In quel caso si può agire subito, ma sarà comunque il giudice a valutare la legittimità della tua scelta.
E se il vicino proprio non ne vuole sapere, la legge gli concede anche la possibilità di tirarsi fuori, ma con una condizione ben precisa: può rinunciare alla comproprietà, purché il muro non sostenga una parte della sua casa. Se accetta, il muro diventa tutto tuo, nel bene e nel male. Sei libero di ristrutturarlo, ma anche di occuparti da solo delle spese e della manutenzione.
In questi casi il buon senso aiuta più di mille articoli di legge. Parlare con vicino, magari davanti a un caffè resta la migliore opzione, o se proprio non c’è dialogo, inviagli una raccomandata. Se nemmeno questo funziona, puoi provare con una mediazione legale, e solo alla fine, se serve, andare davanti a un giudice ma si aggiungono altri costi.
Tra vicini ci si può dividere tutto, anche un muro purché si sappia dove finisce la pazienza e dove inizia il diritto.