Il settore dei controlli sulle caldaie domestiche sta per affrontare una trasformazione significativa con l’arrivo del nuovo decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica previsto per il 2026.
Le novità riguarderanno principalmente le modalità e la frequenza delle verifiche periodiche che interessano oltre 20 milioni di impianti termici presenti nelle abitazioni italiane.
Nonostante le diverse bozze circolate nelle scorse settimane abbiano generato confusione tra i proprietari di casa, il Ministero ha chiarito che il testo definitivo è ancora in fase di elaborazione e che l’obiettivo principale rimane quello di semplificare le procedure ispettive pur mantenendo elevati standard di sicurezza ed efficienza energetica.
La riforma introduce anche importanti distinzioni tra i controlli ordinari eseguiti dai tecnici abilitati e le ispezioni a campione condotte dalle autorità competenti, ponendo fine a molti equivoci interpretativi che hanno caratterizzato la normativa precedente.
Nuove regole per le verifiche periodiche: chi sarà coinvolto dai cambiamenti
La principale innovazione introdotta dal decreto riguarda la modifica delle soglie minime di potenza che determinano l’obbligo di sottoporre l’impianto a controlli periodici. Attualmente la verifica è obbligatoria per tutte le caldaie con potenza superiore a 10 kilowatt, ma dal 2026 questo limite verrà innalzato a 20 kilowatt, esonerando di fatto la stragrande maggioranza degli impianti domestici dalle ispezioni regolari.

Questa modifica alleggerirà notevolmente gli oneri economici e burocratici per milioni di famiglie italiane.
Per le caldaie a gas con potenza compresa tra 70 e 100 kilowatt, invece, l’intervallo tra i controlli obbligatori si ridurrà dagli attuali quattro anni a soli due anni, aumentando significativamente la frequenza delle verifiche su questi impianti di maggiore dimensione spesso presenti in condomini o edifici commerciali.
Rimane invariata la cadenza quadriennale per gli apparecchi nella fascia intermedia tra 20 e 70 kilowatt.
È fondamentale comprendere che queste modifiche riguardano esclusivamente i controlli di efficienza energetica eseguiti dai tecnici abilitati, mentre le ispezioni a campione da parte delle autorità competenti seguiranno criteri diversi stabiliti a livello regionale per verificare il rispetto delle normative su temperature interne e periodi di accensione negli edifici pubblici.
Tecnologie di monitoraggio remoto e implicazioni per la sicurezza domestica
L’introduzione di sistemi di controllo da remoto rappresenta una delle novità più significative della riforma. La crescente diffusione di caldaie connesse dotate di sensori intelligenti e sistemi IoT permetterà ai tecnici di effettuare diagnosi preventive monitorando in tempo reale parametri fondamentali come temperatura, pressione, emissioni e rendimento dell’impianto senza necessariamente recarsi fisicamente presso l’abitazione.
Questa evoluzione tecnologica consentirà di individuare tempestivamente eventuali anomalie o malfunzionamenti prima che si trasformino in guasti gravi o situazioni pericolose.
Tuttavia, gli esperti del settore sollevano alcune perplessità sull’efficacia di controlli meno frequenti, specialmente considerando che in Italia circolano ancora oltre 7 milioni di caldaie con più di quindici anni di età, apparecchi obsoleti che non possono beneficiare delle tecnologie di monitoraggio remoto.
I dati raccolti dal Comitato Italiano Gas evidenziano che tra il 2019 e il 2023 si sono verificati 1.119 incidenti domestici legati al gas canalizzato, con 128 vittime e 1.784 feriti, sottolineando come la manutenzione periodica rimanga cruciale per la sicurezza.






