Contratto di affitto cointestato: è una vera e propria trappola con le leggi 2024, come difendersi

Cosa succede se hai firmato un contratto di affitto cointestato e vuoi uscirne? Ecco come fare con le normative del 2024.

I contratti di locazione con più coinquilini, noti come contratti di affitto cointestato, possono presentare sfide particolari quando uno dei co-inquilini desidera uscire dal contratto prima della sua scadenza. Questa situazione è comune tra studenti universitari, giovani lavoratori e anche coppie che decidono di separarsi.

Un contratto di affitto cointestato è un accordo di locazione che coinvolge più persone come inquilini dello stesso immobile. Questo tipo di contratto è spesso utilizzato da studenti che condividono un appartamento o da coppie che decidono di vivere insieme. In un contratto di affitto cointestato, ogni inquilino è responsabile del pagamento della propria quota di affitto e delle spese condivise, come utenze e manutenzione. Come fare, dunque, quando si vuole uscire da questo tipo di contratto?

Come uscire da un contratto cointestato

Il recesso da un contratto di affitto cointestato funziona in modo simile a quello di un inquilino singolo. Ogni inquilino ha il diritto di recedere dal contratto in qualsiasi momento, senza bisogno dell’approvazione degli altri coinquilini. Questo tipo di recesso è considerato parziale, il che significa che il contratto rimane valido per gli inquilini rimanenti. È importante notare che il recesso deve essere comunicato formalmente al proprietario tramite lettera raccomandata o altri mezzi previsti dal contratto.

porre fine a questo contratto è possibile
Seguendo le normative di legge puoi porre fine a un contratto di affitto cointestato – Designmag.it

Alcuni contratti di locazione contengono una clausola risolutiva espressa, che prevede la risoluzione automatica del contratto se uno dei coinquilini decide di recedere. Tuttavia, questa clausola deve essere esplicitamente approvata e firmata da tutti gli inquilini per essere valida. In assenza di tale clausola, il recesso di un coinquilino non influisce sulla validità del contratto per gli altri inquilini. Il recesso deve essere comunicato al proprietario secondo le modalità e i tempi previsti dal contratto o dalla legge. Di solito, è richiesto un preavviso di almeno sei mesi, ma i termini esatti possono variare a seconda delle disposizioni contrattuali. È importante rispettare questi tempi per evitare controversie future.

Una volta ricevuta la comunicazione di recesso da parte di uno degli inquilini, il proprietario deve adeguare la registrazione del contratto presso l’Agenzia delle Entrate e modificare i dettagli relativi alla locazione. Il proprietario non può opporsi al recesso se è comunicato correttamente e nei tempi previsti. Se il contratto di locazione non è stato registrato, è considerato nullo ai sensi della legge. Tuttavia, il proprietario può sanare questa nullità registrando retroattivamente il contratto presso l’Agenzia delle Entrate. Questo permette al proprietario di esercitare i propri diritti legali, come richiedere il pagamento degli affitti scaduti o azionare lo sfratto, se necessario.

In conclusione, uscire da un contratto di affitto cointestato è possibile seguendo le procedure corrette e rispettando le disposizioni contrattuali e di legge. È importante comunicare il recesso in modo formale e nei tempi previsti, evitando clausole vessatorie e assicurandosi che il contratto sia correttamente registrato per garantire la validità delle disposizioni contrattuali. Con una pianificazione adeguata e una comunicazione chiara, è possibile uscire da un contratto di affitto cointestato senza problemi.

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