Contestazione rendiconto condominiale: se vuoi procedere per vie legali fai attenzione, in questi casi perdi sicuramente

Attenzione prima di fare causa al condominio: cosa devi sapere se hai dubbi sul rendiconto annuale.

Quando si vive all’interno di un condominio è necessario preoccuparsi anche di problematiche come bilanci, spese comuni e decisioni assembleari. Anche quando si tratta di cifre apparentemente insignificanti. Le dinamiche collettive impongono una serie di compromessi da dover accettare, come regole condivise e perfino attriti, non solo tra i singoli proprietari ma anche tra questi e l’amministratore.

Una delle situazioni che generano maggiori problemi è quella relativa all’approvazione del rendiconto condominiale, spesso oggetto di discussione o contestazione da parte dei condomini. Può capitare, sopratutto tra i condomini più attenti, che quando arriva il rendiconto condominiale è possibile che qualche cifra sollevi perplessità.

Tra queste troviamo una spesa legale troppo alta, un’uscita non prevista o una suddivisione ritenuta ingiusta possono generare malumori tra i condomini. In questi casi, l’idea di contestare la delibera assembleare che approva il bilancio può sembrare una strada legittima per tutelare i propri diritti. Tuttavia, non tutte le contestazioni sono accoglibili davanti a un giudice.

Quando il rendiconto condominiale non può essere impugnato

Come abbiamo visto, può capitare che quando si presenta una contestazione nei confronti di un rendiconto condominiale, questa non arriva sempre davanti al giudice. Il principio in base dell’inammissibilità di alcune impugnazione è estremante banale: la mancanza di un interesse concreto e attuale.

Martelletto del tribunale e fogli bianchi
Quando il rendiconto condominiale non può essere impugnato – designmag.it

Questo concetto viene sancito dall’articolo 100 del Codice di Procedura Civile, trova piena applicazione anche nelle controversie condominiali. Il Tribunale di Firenze, con una recente sentenza, ha ribadito che non è sufficiente una lieve discrepanza nei conti per poter giustificare l’annullamento di una delibera.

Nel caso preso in esame dal tribunale, un condominio aveva tentato di impugnare il rendiconto per una discrepanza di trenta euro relativa a spese legali. Secondo il ricorrente, tale addebito era superiore alla sua reale quota. Tuttavia, il giudice ha dichiarato la domanda inammissibile, ritenendo il danno economico troppo esiguo per fondare un’azione legale.

Tale orientamento è stato confermato anche dalla Corte di Cassazione. L’azione legale, infatti, deve perseguire un risultato utile, concreto e giuridicamente rilevante, dunque non un semplice principio teorico o una questione marginale. Per questo motivo, contestare un rendiconto condominiale solo per ottenere un riconoscimento simbolico o per esprimere dissenso verso l’amministrazione non è sufficiente per l’ammissione della causa.

Sono numerose le sentenze in materia condominiale che rafforzano questa posizione, stabilendo così che le liti pretestuose, basate quindi su motivazioni inconsistenti o importi irrisori, devono essere scoraggiate. In questo modo si evita di ingolfare troppo i tribunali con procedimenti inutili.

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