Condominio, è già capitato che un’amministratore se ne sia andato con la cassa: ecco cosa fare per tutelarsi

Cosa fare per tutelarsi da un possibile amministratore che va via con i soldi del condominio: ecco come agire.

L’amministratore di condominio è sicuramente un ruolo abbastanza delicato, considerato come, per legge, sia di fatto l’organo esecutivo di tutto lo stabile. Assunto in accordo dai condòmini, l’amministratore si occupa di gestire lo stabile, eseguendo quanto deliberato dalle varie assemblee condominiali.

La sua responsabilità è piuttosto grande ed è quindi una professione che va esercitata con competenza. Spesso, capita che uno o più condòmini siano scontenti del suo operato, in particolar modo del suo stipendio; ovviamente, il lavoro gravoso dell’amministratore va retribuito com’è giusto che sia, ma qualora venissero notati dei compensi “sospetti” si può intervenire per vie legali.

Ancora peggio è quando non soltanto il nuovo amministratore, magari, prende un compenso molto più alto del suo predecessore senza alcuna ragione (recentemente si è espresso il Tribunale di Milano, a riguardo) ma va a sostituire un precedente collega che è andato via portando con sé i soldi del condominio.

Come muoversi nei malaugurati casi in cui, effettivamente, si viene derubati dal proprio amministratore? Come muoversi se notiamo dei movimenti “sospetti” nella cassa del nostro stabile? Ecco cosa dice la legge.

Cosa fare se l’amministratore ruba dei soldi al condominio

Come riporta Immobiliare sul suo sito ufficiale, l’amministratore che si appropria indebitamente di denaro del condominio commette ovviamente un reato (art. 646 del Codice penale), che sussiste anche nel caso in cui i soldi vengano spostati su conti non autorizzati.

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Cosa fare se l’amministratore ruba dei soldi al condominio – designmag.it

La Cassazione ha specificato che il reato si consuma al momento della cessazione dell’incarico, quando di fatto l’amministratore non restituisce tutto ciò che ha amministrato fino a quel momento. E’ proprio in quel momento che i condòmini devono agire per sporgere querela, sia tramite il nuovo amministratore (se autorizzato dall’assemblea) sia come singolo condòmino.

Il termine per sporgere querela è di tre mesi dall’avvenimento del fatto, poiché superata questa soglia il diritto  si prescrive e non si può quindi procedere penalmente. L’amministratore che viene non soltanto denunciato, ma anche ritenuto colpevole del reato, può essere condannato oltre che ad una sanzione anche a restituire le somme sottratte, purché abbia dei beni in suo possesso; per evitare casi in cui l’amministratore  appare nullatenente, è bene richiedere al giudice un sequestro conservativo dei beni, così che vengano sottratti al risarcimento.

Alcuni segnali che potrebbero farci intuire una malafede nell’amministratore sono riscontrati in ritardi immotivati nella presentazione del rendiconto annuale, saldi del conto corrente che non coincidono, mancanza di giustificativi per le spese e anche di produzione della documentazione amministrativa.

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