C’erano in fondo a un pensile, impilate alla meno peggio, tutte diverse. Alcune avevano il bordo sbeccato, altre decori scoloriti. Le tazzine di mia nonna, quelle trovate nei mercatini, quelle tenute per nostalgia ma mai usate davvero. Ogni tanto le prendevo in mano con l’idea di fare qualcosa, ma finivano sempre rimesse al loro posto. Belle, sì. Ma inutili. Finché una sera, scrollando distrattamente su Pinterest, ho visto una lampada da parete fatta con una tazza rovesciata.
Oggi quelle tazzine sono sulla parete della mia cucina. Illuminano una mensola con i barattoli, danno carattere a un angolo che prima sembrava sempre spoglio. Nessuno immagina che fossero pezzi dimenticati. Anzi, chi entra chiede sempre dove le ho comprate. E ogni volta rispondo la verità, divertita: erano lì da anni, non sapevo cosa farne. Ora fanno luce davvero. Letteralmente. Ed è il classico caso in cui un dettaglio minuscolo cambia completamente il modo di vivere uno spazio.
Le tazzine spaiate non sono da buttare: possono illuminare davvero
Per realizzare applique la procedura è più semplice di quanto sembri. Si parte scegliendo una tazzina vintage in porcellana, meglio se con decoro floreale e bordo sottile, e il suo piattino coordinato. Dopo averli puliti bene, si incolla la tazzina inclinata sul piattino con una colla epossidica bicomponente: l’inclinazione deve dare l’idea che la luce “scenda” dalla tazza.
Una volta asciutta, si inserisce all’interno un portalampada leggero con attacco a vite, fissandolo con delicatezza. Il piattino, ormai diventato base, viene poi montato su una staffa semplice oppure direttamente sulla parete con tasselli e viti. Il cavo elettrico rivestito in tessuto, scelto per un tocco retrò, va collegato a una presa o all’impianto esistente, con l’aiuto di un elettricista se necessario. Basta una lampadina LED a filamento e la luce è pronta: calda, gentile, perfettamente integrata nell’atmosfera della cucina.

Chi ama l’estetica granny chic lo sa bene. Non è questione di fare arredamento vintage, ma di trovare calore nei dettagli, e di restituire valore a ciò che è già stato vissuto. In cucina, dove tutto tende al pratico, all’essenziale, avere una fonte di luce che racconta qualcosa fa la differenza. Non è solo decorazione, è atmosfera. La luce calda di una tazzina appesa sopra una mensola cambia l’aria della stanza e aggiunge un tocco di gentilezza.
Naturalmente serve qualche attenzione. Le lampadine devono essere a bassa emissione di calore. Non si monta un’applique così vicino al lavello, né si improvvisa se non si ha dimestichezza con gli impianti. Ma sono dettagli che si risolvono con un po’ di buonsenso o, se serve, con l’aiuto di un elettricista. Le tazzine appese, specie se usate a coppia o in numero dispari, creano movimento visivo, portano ritmo. E si integrano bene anche con altri elementi: un gancio in rame, una mensola in ferro battuto, un quadretto un po’ retrò.
È il tipo di soluzione che costa poco ma cambia tutto. Non solo per l’effetto finale, ma per come ti fa sentire nell’averla fatta. Usare le mani, recuperare, scegliere cosa valorizzare: è un processo che dà soddisfazione. In un’epoca dove si tende a comprare tutto già pronto, mettersi lì a trasformare una tazzina in una luce da parete è quasi un atto di cura. Verso la casa, verso le cose che abbiamo già, e un po’ anche verso noi stesse. Perché non serve molto per fare qualcosa di bello, a volte basta solo guardarci meglio.