Non so tu, ma io ho un talento speciale per rovinare i vestiti nel modo più assurdo possibile. L’ultima “impresa”? Una maglietta nera, la mia preferita, ridotta a una tela macchiata da schizzi di candeggina mentre pulivo il bagno.
Mi piacerebbe dire che è un classico, ma a volte mi sembra che questi disastri succedano solo a me. Bando alle ciance, ero lì, disperata, con quella chiazza arancione proprio sul petto. “È irrecuperabile” pensavo, pronta a dirle addio. Ma poi mi è venuta in mente lei: nonna Maria. Non so perché, ma ero SICURA avesse una soluzione al mio problema… sarà che ne ha sempre una, almeno per quanto riguarda la casa. Spoiler: avevo ragione.
Ti avverto: non è magia, ma quasi. Il trucco di nonna Maria funziona soprattutto su macchie vecchie di candeggina, quelle che sembrano ormai parte del tessuto. E sai qual è la parte migliore? Ci vogliono solo cinque minuti.
Il trucco di nonna Maria per togliere le macchie di candeggina
Me lo raccontò un pomeriggio d’estate, mentre stendevamo i panni nel cortile e io mi lamentavo di aver rovinato una felpa. Lei mi guardò, si fece una risatina sotto i baffi e mi disse: “Se la candeggina ha fatto il danno, il caffè può sistemarlo. Basta solo un po’ di pazienza”.
Sì, hai capito bene. Il caffè. Quel giorno me lo preparò lei stessa: ne versò un po’ in una tazza, prese un vecchio pennello da trucco e cominciò a tamponare la macchia con delicatezza. Io la guardavo un po’ scettica, ma non dissi nulla. Dopo qualche passata, come per magia, la chiazza sbiadita aveva preso una nuova tonalità, quasi uniforme con il resto del tessuto.
Nonna Maria mi spiegò che questo rimedio funzionava benissimo con i tessuti scuri, meno con quelli chiari. In caso avessi avuto a che fare con questi ultimi, invece, avrei potuto usare il té nero. Insomma, poche, semplici e chiare regole per riuscire a smacchiare al meglio i capi di abbigliamento sporchi di candeggina.
Dunque, spero che questo trucco possa esserti utile come lo è stato per me. Insomma, ai miei occhi la felpa che avevo rovinato adesso ha un valore in più. Non solo perché l’ho salvata, ma perché porta con sé un pezzetto di nonna Maria, del suo ingegno, del suo modo semplice e geniale di affrontare le piccole catastrofi quotidiane. Dunque: grazie, nonna!
