Case antisismiche: tutto quello che c'è da sapere - designmag.it
Le case antisismiche rispondono a precisi requisiti ingegneristici, studiati appositamente per contrastare il rischio dovuto a eventi sismici, vediamo in questo articolo tutto quel che c’è da sapere su questo tipo di immobili, dalle normative ai materiali fino ai lavori da effettuare per rendere la casa sicura e indistruttibile in caso di terremoto.
In Italia sono molti gli immobili che non rispondono ai criteri antisismici e quindi molte abitazioni sono più vulnerabili ai terremoti. Ma esistono degli interventi che possono migliorare il comportamento sismico degli edifici.
La definizione di casa antisismica è semplice, ogni immobile costruito in modo tale da resistere alle scosse di terremoto di magnitudo 7 e oltre, anche multiple e successive, riducendo al minimo i danni sulla struttura si può considerare antisismico.
Le case interessate da eventi sismici devono restare agibili ed eventuali danni devono essere minimi e riparabili in breve tempo con una spesa minima Le innovazioni scientifiche sui materiali e i metodi di costruzione portano ad aggiornamenti sulle normative in vigore che bisogna seguire per rendere le case più sicure per chi le abita.
La legge n. 64 del 2 febbraio 1974 è la prima in cui si stabiliva una classificazione sismica nazionale del territorio italiano. Nel 1981 il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) ha diviso il territorio nazionale in 3 categorie sismiche ma è con la legge 3274/2003 attualmente in vigore che l’Italia è stata divisa in quattro zone in base alla pericolosità sismica, ossia alla frequenza e intensità dei terremoti.
Di conseguenza nelle zone da 1 a 3 è obbligatorio costruire rispettando le norme antisisismiche, la zona 4 è soggetta a prescrizione di obbligo da parte delle singole regioni.
Nel gennaio del 2018 le “Norme tecniche” sono state aggiornate tramite un decreto ministeriale in cui sono evidenziati i tipi di materiali da usare per la costruzione e le varie procedure di verifica della resistenza strutturale di edifici antisismici.
Se avete intenzione di intervenire sul vostro immobile, per renderlo meno vulnerabile al rischio sismico, il consiglio è quello di affidarsi a degli esperti, che valuteranno il vostro caso, illustrandovi la spesa da affrontare. In ogni caso, sappiate che è un investimento valido per la vostra sicurezza e per quella degli altri, anche se richiede un notevole dispendio di denaro.
Fra i primi interventi da effettuare per rendere una casa antisismica c’è l’alleggerimento della copertura, che grava su murature e fondazioni. Il tetto deve essere costruito con materiali leggeri ma robusti per assicurare la portanza adeguata. Il legno è tra i materiali più usati poiché è molto leggero e flessibile ma robusto.
Un altro intervento valido per rendere le case antisismiche consiste nel rafforzare le strutture. È importante valutare la forza delle pareti portanti e sostituirne, quando necessario, delle porzioni con dei mattoni o blocchi di cemento armato.
Se la struttura dell’edificio è in cemento armato, bisogna considerare la resistenza delle strutture verticali. Affinché una casa reagisca in modo positivo ad un sisma è importante che le varie parti che la compongono siano collegate fra loro. A tale scopo si usano delle apposite catene o delle strutture metalliche di connessione tra solaio e struttura perimetrale.
Altro fattore da tenere in considerazione sono le fondazioni che devono essere in calcestruzzo armato da barre in acciaio. In questi casi si è soliti predisporre delle strutture di rinforzo al di sotto delle fondazioni esistenti, offrendo un appoggio più sicuro all’edificio. Se le fondazioni sono poco stabili a causa della scarsa resistenza del terreno si aggiungono dei pali per permettere all’edificio un appoggio solido.
Come stabilito dalla legge di Bilancio 2025, le detrazioni fiscali del Sismabonus sono prorogate fino al 2027, con uno sconto fiscale al 50% per le spese sostenute nel 2025 e al 36% per quelle affrontate negli anni 2026 e 2027 nel caso in cui l’immobile sia adibito ad abitazione principale e vale anche per le pertinenze.