Il fatto che i proprietari di un immobile debbano rimanere per anni senza poter sfruttare la propria casa perché occupata abusivamente è assurda. La Legge fino ad oggi ha sembrato tutelate gli occupanti piuttosto che gli aventi diritto sull’abitazione. Qualcosa, però, sta cambiando e ora i cittadini potranno perfino avere un risarcimento per l’inadempienza della Pubblica Amministrazione.
Migliaia di case occupate abusivamente in Italia, con i proprietari che cercano disperatamente di riavere indietro il proprio immobile senza riuscirci nonostante la denuncia e la richiesta di intervento delle Autorità. Spesso passano anni prima di rientrare in possesso di una casa completamente ridotta in rovina dagli occupanti. Dov’è la Giustizia? Considerando questa situazione come non più accettabile, una sentenza ha gettato le basi per un cambiamento.
Se la Pubblica Amministrazione ritarda lo sgombro per futili motivi allora dovrà pagare un risarcimento al proprietario dell’abitazione. Forse questa condanna farà smuovere qualcosa e accelerare il recupero degli immobili occupati. Parliamo di 50 mila occupazioni illegali registrate nel 2021 (ultimo dato disponibile) tra i 30 mila degli alloggi di edilizia pubblica e i 20 mila delle unità di proprietà privata.
Ecco la sentenza che obbliga al risarcimento per una casa occupata
La Cassazione ha riconosciuto i diritti dei legittimi proprietari degli immobili occupati, impotenti vittime che rimangono senza casa a causa di inadempienze da parte dello Stato. La sentenza ha stabilito che la mancata esecuzione tempestiva dello sgombero costerà cara alla Pubblica Amministrazione.

La PA, infatti, ha l’obbligo di eseguire senza ritardi le ordinanze di sgombero del Giudice. Il rinvio non è giustificato da futili motivi come l’assenza di strumenti per mettere in atto lo sgombro, difficoltà organizzative, la possibilità di agitazione da parte degli occupanti. Questi stanno commettendo un reato secondo il Decreto Sicurezza, e devono subirne le conseguenze. Solo cause di forza maggiore potrebbero giustificare un ritardo, altrimenti lo Stato dovrà risarcire i proprietari.
Il caso sottoposto all’attenzione della Cassazione ha come protagonista una donna proprietaria di un capannone occupato. La vicenda ha avuto inizio nel 2013 e si è risolta nel 2018 dopo dieci accessi con l’Ufficiale Giudiziario. I ritardi avevano causa pretestuose secondo la Cassazione.
Assenza del medico, tensioni tra i manifestanti, presunti rischi per l’ordine pubblico, non sono motivazioni che giustificano un rinvio. Di conseguenza la proprietaria ha avuto diritto ad un risarcimento di 183.383,51 euro. L’importo del risarcimento si calcola tenendo conto della potenziale locazione persa durante gli anni di occupazione.