Una coppia quando si sposa deve decidere tra comunione dei beni o separazione dei beni. Per compiere la scelta si dovranno avere tra le mani gli strumenti giusti perché non bisogna agire con superficialità. I due regimi sono completamenti opposti, ognuno con vantaggi e svantaggi.
La comunione dei beni prevede che i coniugi avranno la proprietà congiunta di tutti i beni acquistati dopo essersi sposati. In caso di divorzio, dunque, i beni verrebbero divisi a metà. Scegliendo la separazione dei beni, invece, tutto ciò che viene comprato dopo il matrimonio con i propri risparmi rimane esclusiva proprietà. Nulla toglie di poter scegliere di cointestare alcuni beni ad entrambi pur restando nella separazione dei beni.
Se la coppia dovesse divorziare, poi, i beni saranno equamente ripartiti in base a chi li ha acquistati. Quando i coniugi non effettuano alcuna scelta scatterà in automatico la comunione dei beni. Potranno sempre optare per la separazione successivamente, davanti ad un notaio. Cosa accade se in comunione dei beni uno dei due coniugi riceve in eredità o donazione un immobile?
Immobile ereditato o ricevuto in donazione, rientra nella comunione dei beni?
L’articolo 177 del Codice Civile disciplina la comunione legale dei beni. Prevede che tutti i beni comprati dopo il matrimonio diventino di proprietà comune. Vige solo un’eccezione, quella riguardante i beni personali elencanti nell’articolo 179. Si tratta di beni che rimangono proprietà esclusiva del singolo coniuge pur avendo scelto il regime di comunione dei beni. Vi rientrano anche gli immobili ottenuti in eredità o donazione.

Significa che la casa ricevuta in eredità o donazione è sempre un bene personale, indipendentemente dal momento in cui è avvenuto il passaggio (prima o dopo le nozze). Anche in questo caso, però, c’è un’eccezione. Il donante può specificare nell’atto notarile che l’immobile è attribuito alla comunione dei beni. Questa clausola farà diventare entrambi i coniugi proprietari della casa. Parimenti il testatore può inserire nel testamento la stessa clausola. Se invece donante e testatore non accennano alla comunione dei beni allora il coniuge erede o donatario sarà unico proprietario del bene.
Da approfondire pure il caso della donazione indiretta, quella che si verifica se un genitore dà al figli o soldi per comprare la casa. Nulla cambia, l’immobile donato sarà un bene personale escluso dalla comunione a condizione che ci sia un collegamento diretto tra il versamento del denaro e l’acquisto immobiliare. Si verifica la comproprietà mista quando il donante non paga tutto l’immobile ma solo una parte e l’altra viene coperta con fondi comuni della coppia.