Casa all’asta, in caso di acquisto è fondamentale porre questa domanda: ti salva da grossi problemi

Acquistare un immobile all’asta può risultare un ottimo affare economico. Ma trascurare alcuni dettagli può comportare conseguenze particolarmente spiacevoli.

Quando si partecipa a un’asta immobiliare spesso ci si trova davanti a un buon affare, solitamente infatti si riesce ad acquistare una casa a un prezzo decisamente vantaggioso. Tuttavia, il risparmio economico non è l’unico fattore da tenere in considerazione. Se da un lato, infatti, le aste immobiliari possono risultare occasioni di acquisto o di investimento particolarmente convenienti, dall’altro possono anche nascondere insidie e rischi in grado di rivelarsi presto per ciò che in realtà sono, ovvero sorprese amare e problematiche anche di una certa entità.

Per questo motivo molti investitori esperti si tengono alla larga da alcune possibilità di acquisto proposte dalle aste a prezzi fortemente ribassati: perché l’esperienza, diretta oppure indiretta, ha insegnato loro che spesso questa condizione – ovvero un prezzo troppo basso rispetto al valore corrente di mercato – è indubbiamente un segnale di allarme, dal significato inequivocabile. 

Le insidie che si nascondono dietro a un prezzo troppo basso di un immobile all’asta

Una delle insidie più ricorrenti che si celano dietro a un prezzo troppo basso di un immobile andato all’asta è l’occupazione dell’unità dell’ex-proprietario (ed eventualmente anche dei suoi famigliari): nonostante le procedura di insolvenza, nonostante la vendita all’asta e nonostante l’aggiudicazione di nuova proprietà, l’ex-proprietario non abbandona i locali.

Una delle insidie più frequenti delle case all'aste proposte ad un prezzo troppo basso
Una delle insidie più ricorrenti che si celano dietro a un prezzo troppo basso di un immobile all’asta è la volontà dell’ex-proprietario di non lasciare l’unità – DesignMag.it

Cosa fare dunque in questo caso? Ebbene, in termini giuridico-procedurali, successivamente all’aggiudicazione dell’immobile il giudice incaricato emetterà il decreto di trasferimento di proprietà; insieme a esso, inoltre, in caso di occupazione, il giudice emetterà anche l’ingiunzione di sgombero dell’unità, indicando la data entro e non oltre la quale effettuarlo.

Tuttavia, l’ingiunzione non sempre viene rispettata dal debitore che ha perso l’immobile. Il che si traduce in ulteriori procedure – nel peggiore dei casi, fino all’intervento delle Forze dell’Ordine per lo sfratto coatto – che possono protrarsi anche tra i 4 e i 6 mesi dalla data dell’acquisto.

Con tutte le conseguenze spiacevoli e problematiche che una circostanza simile comporta. Ancor più complessa la situazione in cui tra gli occupanti vi sia un minore o un disabile. Per questo è essenziale informarsi accuratamente di tutti i dettagli che riguardano l’immobile, primo tra tutti proprio l’eventuale occupazione degli ex-proprietari. In questo modo si eviteranno spiacevoli sorprese in fase dia cquisto.

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