In una situazione economica complicata come quella che si trovano a vivere milioni di italiani, è importante trovare sistemi per risparmiare. In particolar modo, nel 2025 è possibile usufruire del bonus casa. Tuttavia, è bene che chi intenda usufruire di questo incentivo dovrà orientarsi in un complesso di norme e regolamenti che vanno a influire direttamente sui vantaggi economici legati ai lavori di ristrutturazione.
Le leggi che regolano i bonus cambiano di anno in anno, diventa quindi fondamentale cogliere le opportunità offerte dalle detrazioni fiscali, tenendo contro delle soglie e dei limiti di reddito che possono in qualche modo influire sulla detrazione stessa.
Dunque diventa importante saper navigare tra i bonus per le ristrutturazioni, per farlo è importante conoscere attentamente le soglie delle detrazioni e delle strategie per adattarsi ai vari cambiamenti legislativi. Per l’anno 2025 è importante prestare attenzione alle scadenze per il Bonus casa, il rischio è infatti quello di perdere la possibilità.
Bonus casa, nel 2026 cambia tutto: cosa sapere per non perdere la detrazione
Il Bonus casa 2025 è volto a incentivare i lavori di ristrutturazione e miglioramento degli immobili. Grazie a questa misura economica, i proprietari di casa hanno la possibilità di detrarre una percentuale delle spese sostenute per interventi edili e strutturali, come per esempio il rifacimento di impianti, il miglioramento dell’efficienza energetica o le opere di manutenzione straordinaria.

La Legge n. 207 del 2024 rappresenta la base normativa del bonus, questa stabilisce quale sia l’iter per ottenere il bonus. In particolar modo, la disciplina normativa stabilisce che le per le ristrutturazioni della prima casa che siano effettuare nel 2025 è possibile usufruire una detrazione pari al 50% delle spese sostenute. Questa detrazione è prevista per un massimo di 96 000 euro, suddivisa nell’arco di dieci anni.
È bene considerare che esistono restrizioni sulla detrazione annua per chi supera un reddito complessivo di 75 000 €; per loro, infatti, la detrazione è limitata a 7 000 € annui, indipendentemente dalla somma realmente sborsata. Si parte da un tetto base di 14.000 euro, applicandovi un coefficiente di 0,5 per determinare le spese detraibili, sempre nel rispetto del limite massimo annuale definito per i redditi elevati. Pertanto, chi affronta lavori per 96 000 € sulla prima casa nel 2025, qualora non abbia figli a carico, può beneficiare di una detrazione di 7 000 € per dieci anni, considerando le imposte IRPEF dovute.
Il quadro per il 2026 introduce una sostanziale modifica senza variare i limiti di reddito di 75 000 €, mantenendo il tetto delle detrazioni a 7 000 € annui. Il vero cambiamento riguarda la percentuale di detrazione, che scenderà al 36% delle spese, pur continuando a essere distribuita su un massimo di 96 000 € in dieci anni. In questo scenario, i limiti detraibili anche per chi supera la soglia di reddito rimangono statici, ma con una percentuale ridotta che diminuisce l’efficienza del recupero economico rispetto al quadro normativo del 2025.