Per alcune categorie di cittadini, che rispondono a determinati requisiti, sono previsti ogni anno una serie di bonus ed agevolazioni.
Grazie a questi bonus, si può godere di sconti ed agevolazioni su lavori, bollette, ecc. permettendo così al cittadino in difficoltà o in particolari situazioni, di potersi sollevare da alcune spese importanti.
Errore tecnico: quando si rischia di perdere il bonus edilizio
Per quanto i bonus siano utili, bisogna fare attenzione anche ai minimi particolari per non incappare in errori che possono compromettere tutto. Il sito laleggepertutti ha recentemente portato alla luce proprio l’esempio di una recente sentenza a Chieti, sul tema delle agevolazioni fiscali e i contratti d’opera professionale.

Il contenzioso riguardava un proprietario che intendeva ristrutturare due immobili contigui, entrambi allo stato di rudere e di sua esclusiva proprietà, sfruttando l’aliquota del Superbonus 110%. Il professionista incaricato, con l’intento di ottenere un massimale di detrazione più elevato, ha però commesso un errore importante: ha qualificato erroneamente i due immobili come facenti parte di un “condominio”, e facendo redigere una fittizia delibera assembleare firmata dal solo proprietario che si auto-nominava “referente”.
Questo errore si è rivelato fatale, in quanto la normativa, secondo l’art. 1117 del Codice Civile, presuppone che il condominio esista solo in presenza di parti comuni e di proprietà esclusive appartenenti a soggetti diversi, ed essendo quindi i due immobili di proprietà di una sola persona, il presupposto legale era assente, rendendo l’intero progetto inammissibile.
Di conseguenza, il consulente fiscale rifiutò di apporre il visto di conformità, portando al fallimento dell’intera operazione Superbonus.
Da questo fatto ne è nata una lite legale, con il tecnico che pretendeva il pagamento del suo onorario e il proprietario che sollevava l’eccezione di inadempimento, sostenendo che la prestazione del professionista era stata svolta in modo scorretto e risultava totalmente inutile.
Il Tribunale di Chieti ha quindi stabilito che un tecnico non ha diritto al compenso se il suo errore rende inutile la prestazione per il cliente. Nel caso specifico, l’errore del professionista nella qualificazione legale degli immobili ha quindi bloccato l’accesso del proprietario al Superbonus, che era lo scopo principale del contratto. Nonostante il tempo e le risorse dedicate, il lavoro del tecnico non aveva alcun valore poiché la documentazione era inutilizzabile.
La sentenza determina perciò che l’utilità di una consulenza si misura dal risultato ottenuto, non solo dal lavoro svolto, e se l’errore del professionista è grave al punto da impedire il raggiungimento dell’obiettivo del cliente, quest’ultimo è autorizzato a rifiutare il pagamento.






