Unire due appartamenti per una prima casa, la spesa vale il risparmio? Tutti i vantaggi che puoi avere-Deisgnmag.it
Non è raro che chi abbia due appartamenti adiacenti decida di unirli per una prima casa. La fusione permette così di avere uno spazio abitativo maggiore ma anche di gestire una sola utenza e ridurre così eventuali oneri fissi. Tuttavia bisogna considerare anche gli adempimenti burocratici e i costi dei lavori per unire le due case in una.
Per questo ecco tutti i vantaggi e gli svantaggi di un progetto simile e tutti i passi da seguire se eventualmente si decide di procedere con la fusione.
Molte persone che hanno due unità immobiliari adiacenti pensano bene di unirle in un’unica prima casa per avere diversi vantaggi come uno spazio abitativo più grande, adeguato ad una famiglia numerosa o che ha diverse esigenze, e per ridurre i costi fissi sulle bollette di luce, acqua e gas.
Non solo ma la fusione permette di mantenere tutti i benefici fiscali per la prima casa, come l’esenzione IMU e, in caso di acquisto tramite privati, dell’imposta di registro del 2% invece che del 9% del valore catastale dell’immobile, e dell’imposta catastale e imposta ipotecaria di 50 euro ciascuna.
Tuttavia, a parte i vantaggi, bisogna considerare i costi di un progetto del genere. Si fa riferimento non solo ai costi di progetto, lavoro e pratiche burocratiche, ma anche ai tempi per avere i permessi e all’eventuale presenza di limitazioni sul proprio progetto, in base alle normative urbanistiche in vigore o al regolamento condominiale. Detto questo, chiunque voglia procedere, deve prima di tutto far analizzare il progetto di fattibilità ad un tecnico abilitato.
Il progetto deve essere infatti conforme alle normative edilizie e urbanistiche vigenti e far sì che in condominio venga mantenuta la stabilità, la sicurezza e il decoro dell’edificio. Poi bisogna ottenere i permessi dal Comune in base a quanto previsto dal Testo Unico dell’Edilizia, ovvero il D.P.R. 380/2001, vale a dire la CILA, la SCIA e il permesso di costruire, quando è necessaria la predisposizione di nuove opere che potrebbero determinare una modifica della struttura o della sagoma dell’edificio.
Dopo aver ottenuto i permessi, si possono affidare i lavori all’impresa edile qualificata prescelta. Infine, al termine dei lavori, bisognerà procedere alla variazione catastale, da presentare all’Agenzia delle Entrate secondo le norme catastali vigenti, come il D.M. del 19 aprile 1994 e la Circolare 2/2010. Facendo una stima dei costi, si avrà:
Valutati questi elementi, sarà più semplice prendere in considerazione la fattibilità a procedere con l’unione di due appartamenti in una sola prima casa.