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Normative

Un vicino mi ha offeso davanti a tutti alla riunione di condominio, posso denunciarlo per diffamazione? Cosa dice la legge

Ci sono circostanze che permettono di denunciare il vicino per diffamazione qualora dovesse offendere durante un’assemblea condominiale, lanciando accuse e illazioni davanti agli altri condomini. Entriamo nei dettagli perché la normativa è chiara e specifica quando si può chiedere un risarcimento danni e quando no.

Durante un’assemblea condominiale può accadere di tutto. Le discussioni possono degenerare tanto da far volare parole grosse e offese. Capita quando non si riesce a giungere ad un compromesso e ci sono persone che non accettano di fare un passo indietro perché vogliono andare dritti per le propria strada incuranti del fatto che vivere in un condominio significa anche ascoltare la voce altrui. Chi vuole prendere decisioni in autonomia, non ascolta e ha problemi di empatia meglio che vada a vivere da solo in una villetta e stia lontano dal condominio.

Qui è normale che per arrivare ad una scelta si debba accettare qualche compromesso considerando quante persone hanno voce in capitolo. Si può certamente esprimere il proprio pensiero e votare contro la maggioranza ma si arriva ad un punto in cui volenti o nolenti ci si deve adeguare. Inutile innescare litigi e trasformare una riunione in una battaglia personale, si rischia anche la denuncia.

Reato di diffamazione, ecco quando scatta la denuncia

Se una persona offende la reputazione di un’altra parlando con altri soggetti quando l’interessato è assente per il Codice Penale scatta il reato di diffamazione. All’interno del contesto condominiale il reato è riscontrabile anche se l’offesa avviene in maniera diretta, quando la persona oggetto di ingiurie è presente. Condizione necessaria è che le offese sia percepite anche da altri condomini.

Reato di diffamazione, ecco quando scatta la denuncia (Designmag.it)

Quando i toni in una riunione di condominio si scaldano non è possibile lanciare accuse o toccare la sfera personale o lavorativa di un’altra persona. La libertà di espressione è certo garantita dalla Legge ma quando si parla di critica ci sono dei paletti entro cui muoversi. La critica, infatti, è considerata legittima solo se veritiera o verosimile, se non è gratuita né offensiva ma soprattutto deve essere collegata a questioni condominiali, non personali.

Niente volgarità, nessun tono denigratorio, nessuna offesa riguardante la vita privata, dunque, oppure scatterà la denuncia per diffamazione. Chi si sente offeso può procedere con una querela penale (si presenta massimo entro 3 mesi dal fatto) e richiedere un risarcimento danni. Un Giudice potrebbe punire chi si è reso colpevole di reato di diffamazione con una sanzione fino a 1.032 euro o la reclusione fino ad un anno.

Valentina Trogu

Giornalista pubblicista, Web content writer, scrittrice e mediatrice familiare. Laureata in sociologia-analisi delle politiche sociali. Mi occupo della stesura di articoli toccando varie tematiche tra cui economia, salute, tecnologia, attualità. In questo modo posso coltivare la mia passione per la scrittura e cercare di rendere fruibili le informazioni ad un maggior numero di persone.

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