Sono una commercialista: ti svelo quali sono tutte le tasse da pagare sulla casa- designmag.it
Acquistare e mantenere una casa comporta una serie di oneri fiscali che spesso non vengono pienamente considerati. La gestione delle tasse sulla casa rappresenta un aspetto fondamentale sia per chi acquista la prima abitazione sia per chi possiede una seconda casa o un immobile a scopo investimento. Con la legge di Bilancio 2025, alcune regole sono state aggiornate, rendendo indispensabile una revisione della propria situazione fiscale relativa alla proprietà immobiliare.
Tra le imposte più note vi sono l’IMU, la Tari e l’IVA sulle compravendite, ma il quadro complessivo è ben più articolato e comprende anche imposte catastali e ipotecarie. È importante quindi distinguere chiaramente quali tasse si applicano e in quali casi.
L’aspetto fiscale connesso alla compravendita di immobili prevede una serie di imposte variabili a seconda della tipologia dell’immobile e dell’uso che se ne fa. Per un acquisto da un costruttore, ad esempio, l’IVA si applica al 4% se si tratta della prima casa, al 10% per la seconda casa e al 22% per immobili di lusso.
Alternative all’IVA sono le imposte di registro, calcolate al 2% per la prima casa e al 9% per la seconda. A queste si aggiungono le imposte catastale e ipotecaria, con importi fissi o variabili tra 50 e 200 euro a seconda del soggetto venditore.
Passando alle imposte comunali, l’IMU è senz’altro la principale tassa da considerare. Essa si calcola sulla base della rendita catastale rivalutata e di un moltiplicatore specifico che varia in base alla tipologia dell’immobile (ad esempio 160 per le abitazioni). Su questo valore imponibile si applica l’aliquota stabilita dal Comune, con scadenze fissate al 16 giugno per l’acconto e al 16 dicembre per il saldo. Occorre sottolineare che l’IMU non si applica sulla prima casa a eccezione di immobili di lusso quali ville, castelli e abitazioni signorili.
La Tasi, la tassa per i servizi indivisibili come la manutenzione delle strade e l’illuminazione pubblica, non esiste più come imposta autonoma dal 2020, essendo stata inglobata nell’IMU. Rimane invece una voce importante la Tari, che copre i costi di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Essa si applica sia sulla prima sia sulla seconda casa e ha un calcolo complesso che tiene conto del numero di persone nel nucleo familiare e della superficie dell’immobile. Alcuni Comuni stanno inoltre sperimentando la tariffa puntuale che premia chi produce meno rifiuti.
Per chi possiede una seconda casa le imposte sono più gravose: oltre all’IMU, che si applica indipendentemente dalla categoria catastale, la Tari è dovuta sempre, mentre per la Tasi l’onere è ora compreso nell’IMU stessa. È possibile comunque accedere a riduzioni, ad esempio concedendo l’immobile in comodato d’uso a parenti di primo grado oppure per fabbricati inutilizzati o di interesse storico artistico.
L’ambito fiscale si estende anche alla donazione di immobili, con imposte variabili in base al grado di parentela tra donante e donatario e calcolate sulla base del valore catastale. Le scadenze per le imposte comunali sono normalmente fissate in due rate (acconto e saldo) per IMU e TASI (ora parte di IMU), mentre la Tari può prevedere più rate nell’anno, con possibilità di esenzioni in casi specifici, come immobili disabitati o situazioni di ristrutturazione.