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[galleria id=”3859″]Uno dei nomi onnipresenti agli stand dell’ ultimo Salone del Mobile milanese è quello della designer spagnola Patricia Urquiola. Per Flos ha presentato Tatou, serie completa di lampade che vanno dalle sospensioni alle diverse versioni da terra o da tavolo, tutte con diffusore di metacrilato traforato che proietta la luce disegnando un pattern reticolare. Si tratta di un progetto interessante grazie al quale la Urquiola ha rivelato di preferire le committenze italiane rispetto alle altre.

Racconta di essere stata contattata da diversi grossi gruppi internazionali, come Zara e IKEA, e di aver rifiutato la committenza perché le aziende sapevano già quello che sarebbe stato il risultato della collaborazione e le toglievano quindi la cosa che lei ama di questo lavoro: la sperimentazione.

La designer ha quindi ammesso di scegliere i lavori in base alla libertà sperimentale che il committente le accorda e di trovarsi molto bene con Flos.

La curiosità tecnica e artigianale sono il nostro più grande tesoro, la capacità di sfuggire, quel tanto che basta, dalle logiche commerciali per creare qualcosa di sorprendente e innovativo” ha detto e questa in effetti è la vera ricchezza delle imprese manifatturiere italiane.

Sergio Romeo

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