In questi casi il condominio può obbligarti a fare lavori di ristrutturazione: non puoi tirarti indietro - designmag.it
Il diritto di proprietà viene riconosciuto dal Codice Civile e prevede la possibilità, per il proprietario di una casa, di godere pienamente del proprio appartamento e disporre di esso in modo esclusivo. Tuttavia, vivere in un condominio vuol dire anche dover rispettare delle regole e in alcuni casi ci si potrebbe vedere costretti a fare lavori di ristrutturazione anche contro la propria volontà. Per quale motivo succede?
All’interno del condominio vi è una distinzione tra le unità immobiliari private e le aree comuni – come le parti strutturali dell’edificio (tra cui il suolo, i muri, i tetti e le scale), le zone di accesso (portoni e vestiboli), gli spazi interni (cortili e giardini), gli impianti (come ascensori e citofoni) e i servizi comuni (portineria e lavanderia).
I condomini vengono riconosciuti come i comproprietari delle aree comuni, in proporzione alla loro quota; mentre per quanto riguarda l’unità immobiliare in cui vivono vige il diritto esclusivo di proprietà, che consente di godere e disporre liberamente del proprio appartamento (apportando modifiche interne o mettendolo in vendita). Tuttavia, l’ordinamento prevede anche dei limiti, il cui obiettivo è tutelare la funzione sociale del bene e salvaguardare gli interessi degli altri condomini.
La legge stabilisce il diritto di autoresponsabilità, secondo il quale chi possiede un bene si deve dimostrare in grado di poterlo mantenere, in modo da non rischiare conseguenze. Ciò significa che il diritto di proprietà non è incondizionato: il condomino è tenuto a rispettare il regolamento e l’ordinamento giuridico, che impone limiti a cui adeguarsi.
Il proprietario di casa è considerato titolare di una “posizione di garanzia”, al quale è stata affidata la tutela di un bene. Nel caso in cui le condizioni del suo immobile dovessero rappresentare un danno per le parti comuni dell’edificio o un pericolo per gli altri condomini, l’amministratore è autorizzato a richiedere l’avvio di lavori di ristrutturazione per la sicurezza collettiva.
Se, per esempio, il balcone del vicino inizia a sgretolarsi o nella sua abitazione ci sono infiltrazioni, può essere costretto ad eseguire interventi di riparazione. Qualora non dovesse provvedere ai lavori necessari per eliminare il pericolo, rischierebbe di essere sanzionato. L’obiettivo è tutelare la sicurezza all’interno del condominio e, chi non si occupa di conservare correttamente la sua proprietà mettendo a rischio la stabilità dell’edificio, può essere punito con una multa a partire da 309 euro o, in alternativa, il carcere fino a 6 mesi.