Il trucco per conservare il pane più a lungo? C’entra un piccolo elettrodomestico che non immaginavi - designmag.it
Ogni volta che compro del pane fresco, prometto a me stessa che questa volta lo consumerò tutto prima che indurisca. Puntualmente, il giorno dopo, diventa un piccolo mattone. Eppure lo conservo con cura, dentro sacchetti di carta o contenitori ermetici, alternando sistemi che sembrano funzionare solo per qualche ora. Il profumo del pane appena sfornato è una delle cose più confortanti al mondo, ma è anche la più difficile da mantenere. Si secca, ammuffisce o cambia consistenza nel giro di un giorno.
Poi un giorno, sfogliando una rivista di cucina, ho letto un consiglio che mi ha fatto sorridere per quanto suonava improbabile. Parlavano di un piccolo elettrodomestico, uno di quelli che già avevo in cucina e che non avevo mai considerato utile per il pane. Lo usavo per asciugare la frutta e le erbe aromatiche, niente di più. E invece, secondo i professionisti del settore, poteva allungare la vita del pane fresco di diversi giorni. Ho provato per curiosità, senza troppe aspettative. Eppure da allora il pane resta morbido, profumato, con la crosta ancora croccante.
Io ho iniziato con un piccolo modello casalingo, il Klarstein Fruit Jerky Mini, che avevo comprato tempo fa per essiccare la frutta. Ho impostato una temperatura bassissima, intorno ai 35–40 gradi, e ho lasciato che circolasse aria tiepida per qualche minuto attorno alle fette di pane appena raffreddate.
L’obiettivo non è cuocerlo, ma eliminare l’umidità residua che spesso causa muffa o perdita di consistenza. Poi l’ho riposto in un sacchetto di cotone, niente plastica, e l’ho lasciato in dispensa. Il giorno dopo era perfetto. Dopo tre giorni, ancora buono. Dopo cinque, ancora riconoscibile come pane e non come un souvenir da mettere in forno.
Chi non ha un food dryer può ottenere un effetto simile con un mini deumidificatore da cucina, come il Levoit Mini Dehumidifier, che assorbe l’umidità ambientale attorno ai cibi. Lo tengo spesso acceso vicino al piano della cucina, dove riposo il pane. Sembra una sciocchezza, ma fa la differenza. L’ambiente resta asciutto ma non arido, e il pane non “suda”, come succede in frigorifero. Il freddo, infatti, è il peggior nemico della fragranza.
Dopo qualche esperimento, ho provato anche altri modelli. L’Aigostar Crispy Food Dryer è uno dei più pratici perché ha una base ampia, perfetta per filoni e focacce. Non fa rumore e permette di regolare il calore in modo preciso. Per chi invece non vuole investire in un elettrodomestico, esistono alternative più semplici ma comunque efficaci: un piccolo sacchetto di riso o sale grosso nella cesta del pane aiuta ad assorbire l’umidità in eccesso.
E se prima di conservarlo si lascia il pane 5 minuti in forno a 100 gradi, si asciuga l’interno senza bruciare la crosta. Poi basta riporlo in un contenitore traspirante, come l’IKEA 365+ con coperchio in bambù, e il risultato è simile.
I professionisti del settore, invece, controllano tutto con precisione. Nei laboratori di panificazione l’umidità si mantiene costante tra il 55% e il 60%. È la zona ideale in cui il pane rimane morbido senza perdere freschezza. In casa, ovviamente, non abbiamo strumenti così sofisticati, ma un piccolo deumidificatore USB acceso vicino alla dispensa riesce a riprodurre condizioni molto simili. Lo uso spesso nei mesi più umidi, quando la cucina trattiene più vapore. Da quando ho iniziato, non butto più una pagnotta.
E ogni volta che taglio una fetta di pane ancora morbido dopo giorni, penso che sì, certe soluzioni troppo semplici per essere vere sono proprio quelle che funzionano meglio.