Condono per IMU e TARI: ecco cosa succederà nel 2026 - desingmag.it
La Legge di Bilancio 2026 potrebbe introdurre una importante novità per milioni di contribuenti italiani: una sanatoria per i tributi locali non pagati, che riguarderebbe principalmente IMU e TARI, ma anche altre imposte comunali e regionali.
Non si tratta della rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali, ancora in discussione, bensì di una definizione agevolata specifica per i crediti gestiti dagli enti locali. La misura darebbe ai Comuni e alle Regioni la possibilità di recuperare parte degli enormi crediti accumulati negli anni, offrendo contemporaneamente ai cittadini condizioni più favorevoli per regolarizzare le proprie posizioni debitorie.
Tuttavia, non sarà automatica per tutti: ogni amministrazione locale dovrà decidere autonomamente se aderire e con quali modalità, creando di fatto un panorama diversificato sul territorio nazionale.
La principale caratteristica di questa sanatoria è che non scatterà automaticamente in tutta Italia, ma dipenderà dalle scelte autonome di ogni singolo Comune o Regione. Gli articoli 24 e 118 della manovra riconoscono agli enti locali la facoltà di adottare definizioni agevolate su misura per recuperare i crediti tributari non riscossi, ma solo se i bilanci dell’ente sono in regola.
Questo significa che alcune amministrazioni potrebbero aderire mentre altre no, creando situazioni diverse da città a città. I tributi interessati comprendono l’IMU su terreni, fabbricati e seconde case, la TARI per i rifiuti, i canoni per l’occupazione del suolo pubblico, l’imposta di soggiorno, il bollo auto e le multe stradali.
Restano invece escluse le addizionali comunali e regionali IRPEF e l’IRAP, oltre ai debiti già oggetto di precedenti condoni non perfezionati e ai casi con condanne penali o contabili definitive. La regolarizzazione potrà riguardare sia crediti ancora in fase di accertamento sia cartelle già notificate, estendendosi in alcuni casi anche ai contenziosi pendenti, offrendo così una seconda opportunità a chi ha contestazioni in corso con il fisco locale.
Chi deciderà di avvalersi della definizione agevolata potrà beneficiare di significativi sconti su sanzioni e interessi, oltre alla possibilità di rateizzare quanto dovuto. Gli enti locali potranno prevedere la riduzione totale o parziale delle sanzioni amministrative, l’annullamento degli interessi di mora, la rinuncia agli oneri accessori di riscossione e piani di pagamento dilazionati nel tempo.
Per quanto riguarda le multe stradali, l’agevolazione si applicherà solo alla parte economica, mentre la decurtazione dei punti dalla patente rimarrà invariata. Dal punto di vista pratico, dopo l’approvazione definitiva della manovra prevista entro fine dicembre, dal 1° gennaio 2026 i Comuni e le Regioni interessate dovranno emanare apposite delibere per recepire la norma, stabilendo termini e condizioni specifiche di adesione.
Successivamente, dovranno pubblicare i regolamenti sui propri siti istituzionali e trasmetterli telematicamente al portale del Federalismo fiscale. La posta in gioco è significativa: secondo le stime ufficiali, i crediti residui di tributi locali ammontano a quasi 42 miliardi di euro, di cui oltre 27 spettano ai Comuni. Tuttavia, solo una parte è considerata effettivamente recuperabile, rendendo questa misura uno strumento potenzialmente efficace per sanare situazioni altrimenti difficili da risolvere.