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Normative

Casa in comproprietà dopo un’eredità, come dividerla: tutti i documenti che ti servono per vincere la causa

La richiesta di divisione di una casa in comproprietà va richiesta in tribunale presentando dichiarazioni sul titolo urbanistico e la conformità catastale altrimenti la domanda non sarà accettata. L’iter non è semplicissimo ma seguendolo passo dopo passo si raggiungerà l’obiettivo.

Ricevere un immobile in eredità non è sempre una bella notizia soprattutto se in comproprietà. Potrebbero nascere delle controversie sull’uso dell’abitazione o su un’eventuale vendita. Di conseguenza per porre fine ai dissidi si avrebbe bisogno dell’intervento di un Tribunale a cui richiedere lo scioglimento giudiziale della comunione.

Un passo importante ma indispensabile se i comproprietari non dovessero riuscire a trovare un accordo su come gestire o casa fare dell’immobile ereditato. Si tratta sempre di un’azione legale e prima di agire sarebbe meglio riuscire a trovare il dialogo con l’altro proprietario dell’abitazione. Dove non fosse possibile si potrebbe portare la questione in Tribunale ma non prima di aver raccolto tutta la documentazione necessaria per non bloccare l’iter o ritrovarsi beffati.

Cosa serve per lo scioglimento giudiziale della comunione di un immobile

Il Giudice avrà bisogno di due documenti per procedere con lo scioglimento della comunione dell’immobile. Il titolo edilizio e la conformità catastale. Il primo è fondamentale per la prevenzione della circolazione di immobili abusivi. Qualsiasi atto di trasferimento o divisione di un immobile sarà nullo senza questa dichiarazione, indipendentemente da quanto scritto all’interno.

La nullità, infatti, è solo testuale. Per la validità dell’atto serve che la dichiarazione sia presentata, non viene controllata la reale conformità del bene al titolo menzionato.

Cosa serve per lo scioglimento giudiziale della comunione di un immobile (Designmag.it)

Per quanto riguarda la conformità catastale, invece, serve per appurare la conformità tra lo stato di fatto dell’immobile e i dati catastali. L’obbligo nasce da un’esigenza in fase di separazioni e divorzi ma è stato poi esteso a tutti gli atti relativi lo scioglimento della comunione di un immobile.

Anche in questo caso il documento serve per garantire la circolazione giuridica corretta degli immobili. In più certifica i dati presenti nei registri pubblici. 

Senza conformità e titolo edilizio il Giudice non potrà proseguire con lo scioglimento perché non potrebbe essere trascritto nei registri immobiliari (Sentenza del Tribunale di Milano). Significa che senza i due documenti (o uno solo dei due) scatterà l’improcedibilità della domanda immediatamente, ancora prima che il Giudice approfondisca la richiesta di divisione.

Secondo la normativa, però, le attestazioni devono essere presenti prima del provvedimento finale di scioglimento, non necessariamente prima dell’inizio dell’iter. Una diversa interpretazione più ragionevole ed efficiente ma non tutti i Tribunali potrebbero seguirla.

Valentina Trogu

Giornalista pubblicista, Web content writer, scrittrice e mediatrice familiare. Laureata in sociologia-analisi delle politiche sociali. Mi occupo della stesura di articoli toccando varie tematiche tra cui economia, salute, tecnologia, attualità. In questo modo posso coltivare la mia passione per la scrittura e cercare di rendere fruibili le informazioni ad un maggior numero di persone.

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