Avere tanti libri non è solo una questione di cultura o arredamento: la funzione nascosta che non ti aspetti - designmag.it
In molte case moderne succede una cosa curiosa: si entra e tutto è perfetto, ordinato, luminoso, ma appena si parla la voce rimbalza. Ogni parola sembra più forte, più vuota, quasi come se la stanza rispondesse da sola. È l’effetto collaterale dell’arredamento minimalista, quello fatto di superfici lisce, pareti nude e pochi oggetti. Bello da vedere, meno da vivere. Perché le case, quando diventano troppo rigide, smettono di suonare bene. E il suono, anche se non lo notiamo subito, è parte dell’atmosfera. Lo senti nel modo in cui ti rilassi, nel volume con cui parli, perfino nella sensazione che ti dà restare da solo in una stanza silenziosa.
È in quel punto che un elemento così semplice come una libreria cambia tutto. All’inizio pensi solo all’estetica, a riempire un muro vuoto o dare un senso più caldo a una parete. Poi ti accorgi che la stanza, quasi senza accorgertene, diventa più calma. L’eco scompare, il suono si addolcisce e il silenzio non pesa più. Non è magia, è fisica domestica. I libri (più di molti pannelli fonoassorbenti costosi) catturano e diffondono le onde sonore, restituendo un suono naturale e piacevole.
Il rumore in casa nasce quasi sempre dalle superfici dure e continue. Vetri ampi, piastrelle, cartongesso: tutto ciò che riflette la luce riflette anche il suono. Quando parli, ogni parete lo rimanda indietro e, sommando i riflessi, si crea quella sensazione fastidiosa di eco che spesso percepiamo negli open space. Inserire materiali morbidi e pieni, come tappeti, tende o tessuti, è una soluzione immediata. Ma una libreria piena di libri è ancora più efficace, perché unisce la massa e la complessità di superfici diverse. Ogni libro ha uno spessore, un materiale, una copertina che assorbe in modo differente.
Il segreto sta nella struttura della carta. È porosa, leggera e allo stesso tempo capace di trattenere le onde sonore. Una libreria piena diventa così un filtro, un “muro gentile” che non lascia rimbalzare il suono ma lo distribuisce in modo uniforme. E più la disposizione è disordinata, più funziona. Quegli spazi irregolari tra un romanzo e un manuale, la rivista piegata, la scatola tra due volumi: tutto contribuisce a spezzare il riflesso acustico e a creare un effetto naturale, caldo e morbido.
Le case con tante librerie hanno un suono diverso. È qualcosa che si percepisce appena entri, prima ancora di guardare i titoli sui dorsi. La voce si ferma al punto giusto, non si amplifica, e anche i rumori quotidiani — un passo, una sedia spostata — restano contenuti. Per ottenere questo effetto non serve trasformare il soggiorno in una biblioteca. Basta una parete piena, profonda almeno 30 centimetri, sistemata vicino alla fonte principale di riverbero, come una grande finestra o una parete spoglia. Dietro al divano o accanto alla zona TV è perfetta: assorbe il suono e al tempo stesso crea un punto visivo forte.
Anche il modo in cui la riempi conta. Alternare libri di formati diversi, infilare qualche scatola in tessuto o cesto intrecciato, aggiungere una piccola pianta: tutto contribuisce a variare la densità acustica e migliorare il risultato. Il vetro e le superfici lucide, invece, andrebbero limitate, perché riflettono e annullano parte dell’effetto. Le ceramiche non smaltate o gli oggetti in legno grezzo sono invece perfetti alleati, perché rompono le onde sonore senza alterare lo stile.
Le librerie divisorie meritano un discorso a parte. Sono una soluzione intelligente per gli open space, dove cucina e living condividono lo stesso ambiente. In questo caso la libreria agisce come filtro visivo e acustico insieme: isola senza chiudere, separa ma lascia passare la luce.
Anche chi ha un budget limitato può ottenere un buon risultato. Una libreria modulare economica come la BILLY di Ikea, riempita con libri, riviste e contenitori in tessuto, è già sufficiente per ridurre il riverbero. Persino tre o quattro scaffali ben organizzati fanno una differenza percepibile. E non serve che tutto sia perfetto: un tocco di disordine visivo, in questo caso, aiuta.
Alla fine, la verità è che una casa piena di libri suona meglio perché vive meglio. Non è solo questione di cultura o di arredamento, ma di atmosfera. La libreria non decora soltanto, respira insieme alla stanza, assorbe i rumori, li rende umani. È una forma di comfort invisibile, quella che ti fa parlare più piano senza pensarci, e ti fa sentire a tuo agio anche nel silenzio.