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Normative

730, una casa disabitata fa reddito? Sono un commercialista e ti spiego perché potresti trovarti a pagare di più

Quando si possiede una casa disabitata sono numerosi gli interrogativi fiscali da porsi. In generale, infatti, gli immobili sfitti sono soggetti all’IMU, considerata agli effetti come una sostitutiva dell’IRPEF. Tuttavia, in taluni casi, la situazione potrebbe farsi più complessa nel caso in cui la rendita catastale di una proprietà non in uso viene inclusa nel reddito imponibile. In questo caso richiede il pagamento aggiuntivo dell’IRPEF. Diventa quindi fondamentale capire come e quando si innesca questa doppia tassazione, così da evitare oneri fiscali inaspettati.

Per poter affrontare con serenità la tassazione di una casa disabitata è fondamentale una valutazione accurata del contesto normativo vigente, con particolare attenzione all’ubicazione dell’immobile. Le disposizioni legislative permettono, in talune circostante, che l’immobile concorra fino al 50% al reddito imponibile IRPEF oltre all’IMU già versata.

Casa disabitata, come funziona la tassazione?

Per capire come funziona la tassazione per una casa disabitata è necessario partire dalla regola generale, come all’articolo 8 del decreto legislativo 23 del 2011. Questo stabilisce che un immobile non locato è soggetto al pagamento dell’IMU e non a quello dell’IRPEF. Tuttavia, il decreto Legge 147 del 2013 prevede una deroga secondo cui, se l’immobile non locato si trova nel medesimo Comune dell’abitazione principale, è da considerarsi nel reddito imponibile ai fini dell’IRPEF nella misura del 50%. Dando così vita a una doppia tassazione.

Casa disabitata, come funziona la tassazione? (designmag.it)

L’IRPEF viene applicata nel caso in cui il contribuente si trova in tre condizioni contemporaneamente:

  • Possedere immobili disabitati e non locati
  • Gli immobili in questione devono essere assoggettati all’IMU
  • Gli immobili si trovano nello stesso Comune dell’abitazione principale.

La Legge impone che la rendita catastale, derivata dalle case a disposizione del proprietario e diverse dall’abitazione principale, sia aumentata di un terzo. Ciò comporta che, per un immobile situato nel medesimo Comune, la rendita catastale deve essere rivalutata del 5%, aumentata di un terzo e ridotta del 50%.

Questa normativa si applica non solo alle case disabitate, ma anche a quelle utilizzate come casa vacanze o concesse in comodato d’uso gratuito a un familiare. La posizione geografica dell’immobile è quindi cruciale nel determinarne l’impatto fiscale. Diversamente, quando un immobile disabitato si trova in un Comune diverso rispetto all’abitazione principale, si applica solo l’IMU.

In situazioni in cui l’immobile disabitato è soggetto a tassazione sia IMU che IRPEF a causa della sua ubicazione, si richiede la presentazione della dichiarazione dei redditi, ma solo se la rendita catastale aumentata di un terzo supera i 500 euro. Entro questo limite, il contribuente è esonerato dalla presentazione.

Emanuela Ceccarelli

Giornalista pubblicista per professione, backpacker per passione. Amo girare il mondo con un podcast crime in cuffia e qualche libro nello zaino.

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