Fuori Salone 2011: sorprese e novità molto inconsuete (terzo giorno)

[galleria id=”3467″]Il percorso di oggi del Fuori Salone 2011, partendo dalla meravigliosa location del Chiostro dell’Umanitaria in Via San Barnaba, attraversando tutta la Zona Romana/Tricolore per arrivare alla Zona Magenta, mi fa tranquillamente affermare che il lusso sia più che mai l”Inconsueto”, ciò che pochissimi hanno e che può benissimo essere alla portata di tutti, ciò che rende la nostra casa distinguibile e che abbiamo la fortuna di scoprire.

Prima dello “start up”, propongo a Giorgio di fare uno “stop” da Sissi, per un caffè d’eccezione e non parliamo delle brioches…
 
Iniziamo carburati con Paola Lenti – Giorgio attende alla guida con giornale alla mano- dall’omonimo marchio ormai consolidato da tempo che ha scelto di presentare la sua linea di tappeti, pouf, divani, poltrone e mobili da outside, nella magica cornice del Chiostro dell’Umanitaria – Consiglio vivamente una visita- Paola Lenti, sperimenta i materiali dando una connotazione precisa ai suoi pezzi,i filati superano la barriera fra interno ed esterno,e le forme sono costruite con equilibrio giocando però sui colori. Gli aranci accostati ai rosa fuxia, il giallo limone e verde intenso spiccano sul prato del Chiostro. Un incantato percorso di proposte fra esterni ed interni che si assapora, attraversando i quattro chiostri, fra cui il chiostro dei glicini, il mio preferito. In alcuni scorci, i mobili sono adagiati ai piedi di affreschi del 1500 in modo armonico senza nulla togliere alle due estetiche separate solo da 600 anni di storia.
 
Prossimo appuntamento al buio: Shop Shaman in Via Fiamma,5. Non avevo idea di cosa fosse ma già dall’esterno, al di là della vetrina posso respirare un’aria “estetico/creativa”. Entrando sento pronunciare il mio nome e riconosco la voce di Susanna Brandolino, un’ex collega stylist di moda, curatrice dei gioielli – Rimasti nella memoria di molti – delle famose collezioni di Romeo Gigli. Che smemorata! Mi aveva parlato del suo nuovo spazio, ed eccoci al dunque super stimolata da una tale garanzia.
 
Il mio sguardo non molla dei grandi vasi di ceramica sui quali sono raffigurati dei volti di donne dall’aspetto esotico. Susanna mi spiega il suo progetto; un workshop tra 4 artiste illustratrici e i ragazzi della Comunità Saman di Ravenna, coordinati dalla ceramista Cristina Sintoni.
 
Oggetti quotidiani dal racconto poetico e, i “vasi/volti” dai quali non riesco a distogliere lo sguardo sono ideati da Paula Juchem; brasiliana di nascita, milanese di adozione. Un omaggio ad una donna brasiliana; tre vasi e le tre facce di Rita Lee, la regina del rock brasiliano.
 
E poi, tante altre proposte di altri artisti designer inconsueti, poetici e sofisticati.
 
Si riparte alla volta di Via Botta, il cortile famoso per i suoi show rooms di moda, accoglie una collettiva di designers inglesi.
 
Pinch é il più sofisticato,dalla porta di entrata si intravede un armadio, finalmente un armadio bello, fatto di lastroni di legno ben incanalati, ma anche pannelli composti da tronchi di legno e da subito immagino la parete di una casa fatta cosi, perché no ? Soprattutto se una casa in città, magari accostata ad una sedia di plexiglass colorata… L’immaginazione fermenta, sollecitata da mille proposte.
Altri designers che espongono nei vari show rooms di Via Botta lasciano insapore la mia percezione, fino a quando incontro l’ultimo della serie che si chiama SCP e che produce una serie di tessuti con abbinamenti di colori tenui, intrecciati all’inglese. Non male, diversi da ciò che i nostri occhi tutti italiani sono abituati a vedere.
 
Salgo in macchina e ricordo a Giorgio di portarmi in Via Della Cuccagna, mi domanda se è uno scherzo, ridiamo, esplora la piantina e mi ci ritrovo in un batti baleno. Mi aspetto festività e giocosità, vi trovo invece una gran confusione, comprendo solo che un Laboratorio di food design ed eventi si autopromuove.
 
Esco immediatamente, Giorgio che si é appena acceso una sigaretta, mi chiede “Non era interessante?” e spegne la sua sigaretta ridendo.
 
Ci dirigiamo verso Via Friuli, altro show room della moda; il famoso Studio Zeta che accoglie la Royal Accademy di Eindhoven, l’accademia del design Olandese. Una serie di “installazioni” che si avvicinano ad un’espressione artistica piacevole da ammirare, idee ancestrali ed evocative come il grande fascio di rami adagiato su di una pedana nera. Esteticamente molto evocativo.
 
Corriamo da Entratalibera, un grande negozio in Corso Concordia che annovera ogni anno scenografie e proposte molto originali e suggestive.
 
Nel cortile, enormi lampade dalle forme orientali, suggestionano per l’inusuale accostamento dei muri scrostati alla dismisura delle stesse. Divertente la presentazione di Fish Design del designer Gaetano Pesce. Il vaso “over size” dalle tonalità del verde, ha come sfondo una serie di sottopiatti anch’essi in resina, dal colore blu intenso, sopra ognuno dei quali è disegnato un pesce rosso,posizionato casualmente.
 
Un altro tema frequente, il pesce e la sua forma decorativa. I tessuti di Ken Scott ad esempio, per questo Fuori Salone sono stampati e dipinti da enormi pesci colorati. Molte ceramiche e piatti per la tavola hanno un piccolo o grande pesce dipinto qua e là.
 
Attraverso tutto lo spazio e scendo nel basement, dove una moltitudine di lampade da soffitto si affacciano luminose,circondate da una fitta vegetazione.
 
Quanto verde! Ovunque vi è un richiamo alla natura.
 
Mi fermo a lungo ad osservare le scenografie di Entratalibera e, quando risalgo in macchina, il mitico Giorgio commenta “Questa doveva essere proprio bella”.
 
Partiamo alla volta di uno degli spazi più eclettici di Milano, per la sua internazionalità permanente – Non solo in occasione del Fuori Salone – un’icona dell’inconsueto.
 
Un grande spazio fatto di varie stanze ed un grande cortile popolato da una miriade di persone che sorseggiano bibite, vino e mangiano salame e focaccia, circondate da lampadari, oggetti, mobili vintage.
 
Ad una delle entrate, emergono come veri e propri mazzi di fiori, i piatti ideati dai fratelli Campana per Bernrdaud dal nome cognato ad hoc: Eurotropiques.
 
Scopro un brand italiano nato da poco; OOH LA LAA&CO – Collezioni di design couture – Mobile bouffet, tavolo con tre piedi ad ago, comodini e quant’altro tutti ricoperti da bottoni coloratissimi e molto altro… Due imprenditori del tessile/moda decidono di formare un gruppo di creativi e trasferire nel design una sorta di Atelier della moda.
 
Pezzi unici fatti a mano, legno tornito a mano da abili artigiani, ma anche materiali moderni come le resine.Non c’è che dire, un’idea nuova molto ben sviluppata.
 
Attraversando le stanze stracolme e, mi diverto ad ammirare le originali installazioni parcheggiate fra una esposizione e l’altra, fra le quali una moltitudine di cravatte arancioni, incorniciate in una struttura di cartone.
 
Sulla mia scheda è indicato un piccolo evento alla Basilica di Sant’Ambrogio, incuriosita mi ci faccio condurre e nel cortiletto adiacente, si erge un’enorme scultura in vetro dal busto blu e, sulla gonna bianca poggiano una miriade di rose, le stesse che adornano la fronte di questa figura femminile dalle sembianze misitche.
 
Mi abbasso per leggere il cartello/didascalia che cita “ Santa Rosalia”, design: Jean Blanchaert – Noto gallerista esperto in vetro di Murano – e realizzata dal grande maestro Pino Signoretto.
 
Mai avrei immaginato che l’eclettico ed eccentrico Jean Blanchaert potesse anche solo pensare a Santa Rosalia. Devo ricordarmi di chiedergli come gli è venuta in mente un’idea cosi inaspettata ma dal risultato indubbiamente commovente.
 
Il Fuori Salone non smette di sorprendere e, sempre più mi convinco che ogni diserzione è un occasione persa.
 
Inoltrandomi nei favolosi meandri di questo Fuori Salone 2011, cercando e scoprendo,mi stupisco per la quantità di idee e per l’abilità di molti nel modellare nuove creature, far emergere nuovi marchi ed organizzare strutture.
 
Si percepisce la laboriosità di molti, messa a servizio di tutti, animati da autentica passione perché i mobili, gli oggetti sono i nostri veri compagni di vita, gli ultimi che vediamo prima di spegnere la luce e i primi che compaiono al nostro risveglio.

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